?) Anno domine 1963

•13 Maggio 2021 • Lascia un commento

Sono ancora qui, meno sereno e più incazzato di prima.

Ubi major minor cessat dicevano i latini e così sia dico io, però ne avrei anche un pò le scatole piene di dover sempre tacere di fronte a questo mondo prepotente.

L’anno domine all’incipit è il mio anno di nascita e di conseguenza la mia leva è il 1963, un anno particolare in cui il mondo ha vissuto eventi che hanno modificato la storia, per citarne solo alcuni:

La chiusura del carcere di massima sicurezza: Alcatraz

Il disastro del Vajont

La morte di papa Giovanni XXIII

L’assassinio di John Kennedy

Il discorso di Martin Luther King sui i diritti dell’uomo ” I have a dream”

Il discorso di Malcom X sui diritti dell’uomo “message to the grass roots”

Insieme a me, sotto una stella diversa nascevano:

Johnny Depp, Quentin Tarantino, Brad Pitt, Claudio Amendola, George Michael, Michael Jordan

Ma ecce homo, in un angolo di una modesta casa di una modesta via di una storica e “sfigata” città ( Pompei) nascevo anch’io!

Forse non ho ereditato il carisma e nemmeno il colore (grazie a Dio questa volta mi è andata bene!) di Martin Luther King e di Malcom X ma come loro rimango un sognatore ed un esternatore.

Esterno tutte le volte che vedo o ascolto cose che non vanno ed ultimamente queste sono per me un fardello molto pesante.

Soprattutto non mi va di soccombere sotto questo peso e vorrei anch’io gridare al mondo la mia.

Poichè questo blog è nato con uno scopo diverso è chiaro che non posso e non voglio usarlo per scopi diversi.

Per questo motivo nasce oggi un nuovo blog che si chiama “I say” ovvero “Io dico” in inglese.

L’indirizzo completo é http://aisei.wordpress.com.

Se volete ascoltare quanto ho da dirvi e su come la penso su tanti argomenti di quotidiane incazzzature, leggetemi e chissà che anche voi non vi troviate a riflettere e magaria  condividere quanto vi dirò.

Intanto vi saluto e vi ringrazio circa le oltre 5mila letture di questo mio viaggio australiano.

Sulle mura del mio blog la famosa scritta Hic sunt leones che anche  i miei predecessori altini apponevano sulle mure esterne delle città ai confini dell’Impero.

E tante altre parole in latino che potranno lascerà indifferenti alcuni, disorientati altri, edotti altri ancora.

Qualcosa di buono della nostra cultura latina rimane.

Ave!

76) Vedi airport security Australia

•5 giugno 2016 • Lascia un commento

Diciamo la verità sull’Australia… quante persone di quelle che conoscete sono andate in Australia e si sono fermati lì?

Escludiamo quelli che avevano parenti già residenti.

Escludiamo quelli che fino a qualche decennio fa era accolti a braccia aperte a causa della mancanza di forza lavoro.

Escludiamo quelli che hanno sposato un partner australiano.

Chi conoscete che non rientrando nei tre casi sopra è riuscito ad ottenere la residenza e restare in questa terra meravigliosa?

Forse nessuno.

L’Australia e una terra ricca d’opportunità che piazza le sue principali città sempre ai primi posti delle varie classifiche annuali sulla qualità della vita e proprio per questo da ex colonia penale di fine ‘800 è diventata una meta ambita anche agli stessi inglesi.

Ma forse proprio per questo riuscire ad ottenere la residenza in questo paese è appannaggio di pochissimi eletti soprattutto se provenienti dalla vecchia Europa.

Ma allora che fare?

Bene, se avete le idee chiare sin dall’inizio perlomeno non andrete incontro a future disillusioni e perdita di tempo e denaro.

Innanzitutto dimenticate il mito partiamo con pochi Euro in tasca, partiamo con il visto turistico e poi una volta lì giriamo e troviamo lavoro e ci manteniamo e ci divertiamo, queste cose non funzionano o perlomeno non durano a lungo.

Alcuni vengono fermati proprio in ingresso agli sportelli dell’immigrazione, quando non ci sono presupposti di potervi mantenere a lungo con i vostri risparmi, non vi siete iscritti a nessuna scuola ,  non avete prenotato alberghi prima della partenza e non avete permessi di lavoro potrebbero anche rispedirvi a casa… immediatamente!

Quindi il percorso ottimale è iscrizione a qualche corso, sia anche solo un corso di lingua inglese e alloggio in foresteria o ospiti di famiglie procurate dalla scuola stessa.

Poi una volta lì individuare un percorso che passa assolutamente per 2 strade principali.

La più facile, ricerca di un partner australiano… più facile per gli uomini meno attuabile per le ragazze in quanto la concorrenza è spietata ed i maschietti australiani non abbastanza tonti o facili da addomesticare e accalappiare.

L’altra via la più lunga e la più difficile passa dalla certificazione della lingua inglese tramite apposito esame IELTS, in seguito l’iscrizione ad uno qualunque dei vari corsi validi per immigrati e attenzione solo a quelli che sono inseriti in un elenco di lavori disponibili per gli immigrati.

Ad esempio, il Governo australiano stabilisce che alcuni posti da infermiere sono rimasti scoperti, allora apre la professione agli immigrati.

Gli immigrati devono pertanto studiare da infermieri e passare il corso (3 anni) una volta completato il corso ed ottenuta la certificazione se la mancanza di infermieri passati 3 anni è ancora attuale (perché potrebbe cambiare mentre voi state studiando) allora potrete rispondere alle inserzioni che offrono lavoro.

Se nessun australiano con le vostre stesse certificazioni risponde, il posto potrebbe essere vostro.

Viceversa avrete studiato per niente avrete sprecato 3 anni e 30.000 dollari e non avrete alcuna speranza di restare lì.

Inoltre mettetevelo in testa subito qui non puoi acquistare una casa o un’attività commerciale né aprirne una nuova senza essere residenti.

Lo sappiamo che un italiano può andare in Kenia, a Santo Domingo ed aprire un bar sulla spiaggia, qui no, potete scordarverlo.

Questa è la nuda e cruda verità, chi vi racconta cose diverse lo fa per incantarvi e per farvi spendere soldi in visti e corsi ed illudervi.

Questo business dovremmo inventarcelo anche noi italiani, perché rende molto e scoraggia molto l’immigrazione.

Se invece volete fare i furbi, fate attenzione perché l’Australia non sono gli States qui non sono tanto teneri con i furbi, verrete accompagnati in albergo, vi faranno preparare la valigia i v’imbarcheranno sul primo volo disponibile per l’Italia.

Se volete conferme guardate la trasmissione Airport Security Australia, se volete evitare perdite di tempo e denaro provate a leggere attentamente quanto vi ho scritto.

download

Se vi scappa proprio di partire per andare ad aprire il classico bar sulla spiaggia, non potete farlo in Australia, cambiate meta.

75) Nuova Zelanda

•28 Maggio 2013 • Lascia un commento

Per la prima volta su questo blog ospito volentieri 2 amici di Biella (Monica ed Andrea)che hanno lasciato l’Italia per andare a vivere in Nuova Zelanda.

Hanno accettato di essere intervistati per dare una sorta di contributo a chi fosse interessato a togliersi da questo pantano che si chiama Italia.

A loro auguro il mio in bocca al lupo, ai lettori auguro una buona lettura e qualche spunto di riflessione.

Tornerò con consigli pratici sul come fare per emularli con piano di fattibilità per coloro che saranno interessati.

A differenza dell’Australia la Nuova Zelanda risulta più accessibile soprattutto per coloro che hanno intenzione di aprire una nuova piccola attività imprenditoriale,

chiudendone una in Italia, una possibilità di ottenere un visto di qualche anno è proprio legata all’aver già lavorato in un settore, poterlo dimostrare ed avere la voglia di

aprire un business nello stesso campo.

Buona lettura!

  • Partiamo da Monica ed Andrea, chi dei due ha influenzato di più l’altro in questa decisione?

Direi 50 e 50. Siamo decisamente alla pari. Aspetto fondamentale in una simile scelta.

  • Cosa vi spinge a lasciare l’Italia?

L’obiettivo di costruirci un presente e futuro migliore. E poi l’idea di intraprendere una sfida personale così difficile dà molte soddisfazioni…fino a quando va bene, ovvio.

  • Cosa lasciate in Italia?

Le abitudini, di ogni genere, I modi di fare e di pensare troppo complicati.

  •  
  • Chi lasciate in Italia?

Buoni e cari amici. I nonni, la mamma…

  •  
  • E’ la prima volta che provate?
  • Non proprio anche se fisicamente è la prima volta che abbiamo inviato la domanda all’immigrazione.
  •  
  • Qual è stato il percorso che vi ha portato a questo nuovo progetto.?

Tanti viaggi col visto turistico e quindi tanti soldi e tempo investiti per conoscere il paese e capire quali potessero essere le nostre possibilità. Queste esperienze ci hanno portato a fare tante valutazioni e alla fine l’opzione piu’ adeguata ai nostri requisiti è stata quella di richiedere il Long Term Business Visa, vale a dire avviare un’azienda.

  • State facendo tutto da soli o vi aiutano altre persone/familiari?

Famiglia e amici ci sono sempre ma il lavoro l’abbiamo fatto da soli, senza advisor. Il sito dell’Immigrazione è molto chiaro e non lascia spazio ad interpretazioni personali (questo è uno di quei modi di pensare che lasciamo a casa), quindi quello che è scritto è quello che poi si verifica. Easy. Una mentalità lontanissima dalla nostra. Non c’è mediazione.

  • Perché la Nuova Zelanda?

Perchè è stata da subito “casa”.

  • Cosa vi piace di quel paese?

Ci sono poche persone e quattro città… neanche 5 milioni di abitanti in un paese grande come l’Italia.

  • Quali sono gli aspetti di quel paese che vi hanno colpito di più?

In Nuova Zelanda è tutto “easy”: la vita, la burocrazia, ecc… Tutto è alla portata di tutti. Ma la gente scalza per strada è sempre la cosa che colpisce di piu’ la prima volta che si arriva qui.

  • Quali sono le cose strane od insolite in cui vi siete imbattuti?

Beh…le persone sono al quanto particolari…non saprei come dire….alternative, ai nostri occhi (noi, sempre attenti a mettere la maglia che si abbini alla camicia e ai pantaloni…). Il mix di popoli, etnie e culture è chiaramente visibile.

  • Mi descrivete gli abitanti della NZ?

Sono lontani dal resto del mondo, questo si nota, anche se molti della mia generazione hanno viaggiato. Questo è un vantaggio e uno svantaggio… dipende. A volte sembrano ingenui, invece semplicemente non si tormentano inventandosi problemi come facciamo noi.

  • Conoscete dei Maori, cosa li contraddistingue, sono integrati o no?

Non credo di conoscerne, credo di averne visti ma gli isolani sono tanti e capirne l’origine dai tratti somatici non è facile. Forse I tatuaggi che portano raccontano la loro storia e la storia della famiglia ma io non sono in grado di capire questo.

L’integrazione è buona, la situazione non nemmeno confrontabile con quella degli aborigeni (a volte qualcuno confonde), due storie molte diverse. I Maori sono un popoli che per natura tende a vivere ai margini della società ma ci sono anche politici, laureati, ecc… Insomma, è un argomento che richiederebbe un approfondimento a parte.

  • Gli italiani in NZ sono bene accetti o sono visti con diffidenza?

Finora dico bene accetti ma mi riservo di rispondere tra un anno almeno….

  • Italiani che avete conosciuto lì che si sono ben integrati?

Quelli che conosco io si.

  • Ci sono aspetti negativi di quel paese che conosci o che hai scoperto in viaggi precedenti?

Sì, ci sono. Principalmente la qualità generale delle scuole e delle case. Per altri aspetti devo entrare nel sistema e capire meglio.

  • Come e dove vi vedete tra 5 anni?

Sicuramente nell’Isola del Sud, in mezzo alle montagne.

  • Il progetto prevede un soggiorno in NZ per un tempo definito oppure sognate di restare lì per sempre?

In teoria è un progetto che dovrebbe portarci a stabilirci permanentemente qui.

  • Cosa rimpiangerete dell’Italia?

Mi verrebbe da dire la sanità pubblica…ma non è così, purtroppo. Quindi dico: il formaggio.

  • Cosa lasciate volentieri qui in Italia?

La politica e i politici…anche se alla fine li abbiamo eletti noi.

  • Quando partite, qual’é il vostro itinerario, dove alloggerete, quanto vi costerà stabilirvi lì per i primi tempi?

Diretti a Hamilton (via Dubai, Melbourne, Auckland) dove c’è già una casetta (in affitto) che ci aspetta.

  • Cosa consigliate a chi come voi vuole recarsi in NZ?

Di fare prima una lunga vacanza per capire come funzionano le cose

  • Avete un blog dove racconterete la vostra esperienza, le vostre giornate?

Putroppo no. Era mia intenzione farlo ma la concentrazione e il tempo adesso servono per altro.

  • Mi dareste 2-3 foto (da pubblicare su questo blog), che per voi rappresentano al meglio la NZ?

Certo

  • Avete un canzone che vi ricorda la NZ?

Questa è la domanda piu’ difficile… ho dieci cd nati qui in NZ durante un gran bel viaggio da Christcurch ad Auckland fatto con le mie stordite amiche . Quindi sono più di 100 le canzoni che mi ricordano la NZ.

  • Ricordate un profumo particolare?

Si… Fish&Chips e cipolla bruciata (tipico odore da ostello)…

74) Via, via, vieni via da qui, niente più ti lega a questi luoghi.

•13 dicembre 2012 • Lascia un commento

Liberamente tratto da ” Via con me” di Paolo Conte,  scorgo il tuo pensiero affollato e capisco che è denso almeno quanto il mio…

Niente più ci lega a questi luoghi canta P.Conte  e nonostante tutto non ci è possibile tornare dove eravamo, in quei luoghi agli antipodi di quello in cui siamo ora.

Non ci viene concesso ma partiremmo a piedi, in barca a remi forse anche in pedalò se in palio ci fosse la cittadinanza onoraria o solamente il visto permanente.

Invece no,  tocca restare qui, non so bene a fare cosa, ad aspettare chissà che?

A volte penso che si nasca nel posto sbagliato oppure di appartenere ad altri luoghi quasi come se la reincarnazione per un errore divino mi avesse calato nel giusto corpo ma nel luogo sbagliato, penso che si tratti solo di un banale quanto terribile errore.

L’unica speranza è che alla prossima reincarnazione tutto torni a posto,  io intanto faccio il mio reclamo ufficiale, alla prossima reincarnazione non fatemi rinascere qui ma fatemi rinascere  in Australia, preferirei aborigeno piuttosto… ma mai più nel vecchio continente.

Va beh chi deve capire  ha capito, magari, chissà, a fronte di una giusta ricollocazione potrei anche rivedere le mie teorie sulla religione e magari abbracciare il Buddismo.

A te auguro lo stesso.  Che tu possa reincarnarti in NZ nella tua Hamilton!

 

73) Mannaggia a Noè e ai dobermann.(?)

•4 gennaio 2011 • Lascia un commento

Mannaggia a Noè… anche stavolta ha toppato, d’accordo il diluvio universale, d’accordo anche per i 40 giorni e 40 notti di pioggia, ma almeno gli animali… Noé hai fatto un casino! In piena stagione di riproduzione hai dimenticato di caricare i coccodrilli ed ecco che questi girano piuttosto incazzati perchè ancora ingrifati e senza possibilità d’accoppiamento, senza più confini naturali essi nuotano tra strade, cortili e piazzali inondati e chi ne fa le spese sono gli umani che non hai caricato sull’Arca! Non parliamo dei serpenti che per scampare alle acque si arrampicano sugli alberi e cercano di entrare nelle case per salvarsi dalle acque, infatti la proprietaria del Pub Pioneer Hotel, Suzanne Miller, ha confermato che uno di questi animali ha cercato di entrare nel suo locale e morso sua madre mettendola in pericolo di vita. I più pericolosi sembra che abbiano il ventre rosso particolarmente aggressivi (taipan) invece ce sono altri marroni e neri lunghi circa 2 metri meno aggressivi ma sempre pericolosissimi.

Non èuna leggenda ma pura verita la disavventura di 2 persone rimasti solati nella loro casa situata su un’altura nella loro proprietà delle dimensioni di un campo di calcio, proprietà che hanno dovuto “condividere” con miglia di serpenti in ricerca di riparo dalle acque, ma ve l’immaginate migliaia di serpenti che girano intorno a casa… nenache Hitchcock aveva fantasie così macabre!

Poi che dire delle zanzare? Qui mica si scherza… siamo in piena stagione tropicale e la Dengue proprio non ci voleva… sciami di zanzare invadono le città ormai ridotte a paludi e stanno mandando parecchie persone infettate dal virus in ospedale. A Townsville ci sono ispezioni continue dei tutte le abitazioni e dei cortili a caccia di qualsiasi contenitore abbandonato che possa contenere acqua (sottovasi, foglie di palma, pneumatici etc…) in modo da contrastare la deposizione di uova. Scherzi a parte, qui la situazione sta diventando davvero apocalittica, questa è una delle più gravi inondazioni degli ultimi 50 anni, a circa 700 km a sud di Townsville, c’era Rockhampton, capitale australiana della bistecca, qui si trovavano immensi allevamenti di bestiame e campi agricoli oramai impraticabili.


In questa città sono stati praticamente evacuati tutti i 77.000 abitanti in quanto il fiume Fitzroy che lambisce la città ha superato di 9metri e mezzo il livello normale ed è tracimato inondando tutto, aeroporto compreso. Stanno morendo migliaia di animali “terrestri” come canguri e wallabies oltre ad animali domestici o da allevamento.

Si salvi chi può, Luigi XV disse: dopo di me soltanto il diluvio, ma poi lo disse anche Berlusconi a novembre… ed infatti…

Vi staterete chiedendo ora cosa c’entrano i dobermann, ebbene nello scorso anno questo blog ha realizzato 9000 visite e sembra che le parole di ricerca più utilizzate siano state; dobermann ed animali pericolosi, cosa c’entrano i dobermann con l’Australia? Niente,  ho solo scritto un articolo su un tirapiedi dell’ufficio d’immigrazione di Cairns e questo ha procurato un aumento delle visite… inaspettato! C’entrerà sicuramente Noè e la sua arca di animali caricata male! eh eh eh!

72) Dinky-di = Aussie = australiano

•18 ottobre 2010 • Lascia un commento

Sono un fanatico di lingue ed idiomi, pertanto beccatevi una serie di parole che troverete in Australia ma che spesso in altri paesi anglofoni non hanno significato o non esistono o hanno significato diverso:

– Short black = caffè
– Flat white = caffè macchiato
– Maccas = McDonalds
– Sanger = sandwich
– Spag boll = spaghetti alla bolognese (al ragù)
– Tucker = cibo
– Vegies = verdura
– Copper = poliziotto
– Blackfella = parola non offensiva (in contrario di Abo o Boong) che denomina gli Aborigeni;
– To have a barbie =è l’abbreviativo per barbecue (grigliata).
– Brekky= è la forma breve per breakfast

– Bush =indica gli arbusti oppure le stesse regioni aride dell’Australia

– Outback= un territorio remoto e poco popolato.

-Dinkum =(o fair dinkum) può significare, a seconda del
contesto e dell’inflessione, vero, è vero!, è vero?.

-Dinky-di =indica il concetto di purezza, di limpidezza, di devozione a qualcosa, e l’espressione dinky-di aussie significa vero Australiano.
-G’day= (goodday),buona giornata

La lingua inglese parlata dagli australiani ha un suono decisamente diverso da quella americana o da quella inglese e soprattutto ha diversa pronuncia, ha contrazioni di parole e modi di dire che gli altri anglofoni non comprendono.

Tutto questo è forse determinato dalla durezza della vita in una natura non sempre benigna.

Il mio amico Adam mi diceva che questo strascicare della pronuncia che lascia uscire da un angolo della bocca parole apparentemente incomprensibili è determinato dall’esigenza di poter comunicare a labbra strette evitando che le numerose mosche ed insetti vari possano entrarvi.

Ma l’Australia con il suo isolamento geografico ha favorito la solidarietà sociale, ha intensificato il bisogno di novità e forse la mancanza di qualunque forma di aristocrazia (nobile, ecclesiastica, finanziaria, militare) ha rafforzato la dignità borghese, forse l’abbondanza di spazio ha risparmiato gli australiani dalla meschinità e dall’egoismo delle città europee affollate.

Fatto sta che l’Australia rappresenta l’ultimo esperimento di società multi culturale e ha le potenzialità per realizzare la moderna utopia di un’unità nazionale nella diversità culturale.

L’Australia è un caso particolare, in quanto permeata di un egualitarismo sociale unico e caratterizzata da un interesse sincero per ciò che è straniero.

Ciò detto speriamo che possiate incontrare che se venite in Australia possiate trovare le persone giuste e possiate evitare le teste di c…. che purtroppo anche qui vengono normalmente partorite come in ogni altra parte del mondo.

Hi mate!

71) Siii… viaggiare!

•29 aprile 2010 • 2 commenti

SONO D’ACCORDO!

Qualcuno dice che un viaggio rappresenta un’esperienza psicologica favorevole allo sviluppo dell’individuo e qualcun altro  ritiene addirittura che i bambini smettano di piangere quando dondolati a causa di una memoria
ancestrale che li riporta a quando erano portati sulle spalle dai loro antenati lungo i sentieri preistorici.

Sono d’accordo con quelli che dicono che viaggiare è un modo di mutare, un metodo per sfuggire dalla propria posizione sociale, per fuggire, alla ricerca di una propria libertà interiore, spinti dalla reazione a convenzioni sociali.

Sono d’accordo sul fatto che il viaggio amplifica le conoscenze del viaggiatore attraverso l’osservazione e l’elaborazione delle differenze riscontrate e ciò provoca una trasformazione qualitativa dello stato intellettuale del viaggiatore in particolare a contatto diretto con le diversità e le forme policrome della natura.

Sono d’accordo che le caratteristiche del viaggiatore sono, la libertà, l’oggettività, la generalità e l’astrazione, il viaggiatore osserva e registra e può descrivere la realtà che osserva e conosce in modo maggiore o minore a seconda del proprio livello di cultura.

Sono d’accordo che si può viaggiare anche per raccontare, scrivere,  filmare
descrivere esperienze di viaggio narrare esperienze personali, raccontare emozioni, svelare se stessi attraverso ciò che il viaggio ha suscitato.

NON SONO D’ACCORDO

Ma non sono d’accordo con coloro che viaggiano per imitazione, perché altri lo fanno e bisogna seguire modi, per consumismo, un viaggio “tutto compreso” che include il collezionismo turistico, il numero di viaggi come medaglie al valore, souvenir sempre più originali, video e filmati delle avventure di viaggio, etc… .

Ne fanno le spese l’originalità, la genuinità e la spiritualità delle tradizioni e dell’arte dei popoli visitati.

Molti paesi dell’Asia, dell’Oceania, dell’Africa e del Sud America subiscono forti pressioni da parte dell’industria del turismo e modificano tradizioni e culture in funzione del consumismo di massa.

In un mondo in cui grandi distanze sono coperte in poche ore da aerei sempre più veloci, diventa sempre più stimolante la ricerca di destinazioni sempre più “esotiche”, la ricerca dell’”impossibile” e del diverso da parte dell’uomo sedentario e comune, poichè l’informazione in tempo reale, internet, stanno paradossalmente smussando i misteri, cancellando le fiabe ed i  miti rendendo la vita monotona, confezionata e ripetitiva e gli spazi vuoti non esistono quasi più.

Sapete che esistono montagne con il semaforo per gli scalatori, si fa la coda per accamparsi nel deserto del Sahara, sotto le rocce del Tassili; i rinoceronti di Ngoro-Ngoro hanno tutti il loro nome, gli indigeni posano per cineprese in T-shirt e bevendo lattine di coca-cola?

Non sono d’accordo conl’esaltazione di un feticismo degli oggetti-ricordo, delle fotografie scattate, dell’esotico in carta patinata e dei filmati da proiettare a testimonianza dell’esperienza vissuta”, di fronte ad una geografia dell’illusione in cui gli itinerari confezionati dai tour operator secondo le regole di mercato.

Non sono d’accordo con coloro che viaggiano per mettersi alla prova, per sfidare la sorte, per provare l’ebbrezza del rischio come fanno alcuni viaggiatori che viaggiano in luoghi assolutamente sconsigliati per la presenza di importanti situazioni di rischio come  conflitti militari, presenza di predoni, pirati, o  epidemie in corso.

Il viaggio è già una collezione d’imprevisti evitiamo accuratamente le cose previste che possono essere pericolose e godiamoci il nostro viaggio.

70) Australian way of life

•29 aprile 2010 • Lascia un commento

Non si può pensare che l’entusiasmo di una nuova scoperta ti accompagni per tutta la vita perchè dopo il viaggio dopo le nuove scoperte, dopo le nuove esperienze, tutto diventa routine, specialmente per me che devo sempre vivere con l’adrenalina alta e sfuggire dalla noia.

Per me, la vita è unica,  così come lo è per tutti, solo che io ho scelto di non voler morire senza aver fatto le cose che ritengo importanti e fondamentali per “nutrire” il mio cervello di sensazioni che mi fanno stare bene.

Ci sono persone che fanno come me o addirittura peggio (in senso buono s’intende).

Ci sono persone che dopo la laurea partono per un viaggio regalando tutto il denaro in beneficienza come Christopher Mc Candless e poi dopo un viaggio avventuroso di 2 anni attraverso gli States giunge in Alaska

ma ci lascia le penne per aver mangiato semi velenosi, dopo però aver trovato se stesso,  la propria libertà, scrive nel suo diario prima di morire “Ho vissuto una vita felice, e ringrazio il signore. Addio, e possa Dio benedirvi tutti”

Se v’interessa guardate il film Into the wild.

Ci sono altre persone come Gionata Nencini un ragazzo italianissimo che dal 2001 è partito con una moto di terza mano e con 2200 Euro ha girato 6 continenti percorso 300000 km alla ricerca delle cose che lui ritiene linfa vitale, perchè per lui partire è il viaggio e non la meta.

il suo sito è: http://www.partireper.it/

Come comprenderai qui si tratta di veri viaggiatori e non di persone come me che partono con i soldi in tasca e viaggiano verso una sola meta come l’Australia, anche se li invidio un pò.

In questo viaggio agli antipodi dell’Italia io ho conosciuto un popolo che in realtà è un misto di popoli con un imprinting anglosassone, che vive in questa strana terra di frontiera, a contatto con questa natura selvaggia che ha imparato a sfruttare, domare e piegare ai propri voleri, organizzando una società tutto sommato ideale dove i cittadini sono coccolati da servizi che in Italia ci scordiamo ma con regole rigorose che in Italia ci farebbero gridare al fascismo.

In Australia se non trovi lavoro ti aiutano, ma se non vuoi lavorare ti trattano come la peggiore delle merde, soprattutto se chiedi solo i soldi.

Se invece fai il tuo dovere, senza per questo spaccarti la schiena come facciamo molti in Italia, in Australia vivi la tua vita tranquillamente, ti puoi permettere un tenore di vita alto, una serie di servizi ampia, di alto livello e quasi sempre gratuita.

E facendo così seppur ingabbiato nella tura routine, respiri la libertà che in Italia nemmeno ci sognamo.

Sulle strade non trovi prepotenti che s’infischiano delle regole stradali, che guidano ai 130 a 2 metri dal tuo paraurti e ti suonano o abbagliano per sorpassarti.

Non trovi zingari, negri, mendicanti o barboni che ti chiedono soldi, perchè se la polizia li becca, prima li mena e poi li porta in galera e gli danno il resto.

A Townsville l’amministrazione comunale ha deciso di tagliare i fondi di 2 milioni di dollari per i servizi sociali a disposizione dei senza tetto solo perchè in un anno sono riusciti a recuperare  e riportare alla civiltà solo 2 persone, quindi un costo che la collettività non ritiene proporzionato.

Gli immigrati devono lavorare o studiare ma soprattutto devono rigare dritti altrimenti sono guai e soprattutto devono essere dotati di permessi per entrare in Australia altrimenti sono dolori, mica come in Italia dove ci sono almeno mezzo milione di irregolari che rubano, spacciano si prostituiscono e stuprano.

Detto questo l’Australia non è una terra perfetta per tutti, la maggior parte degli italiani qui vivrebbe bene ma ci sono alcuni che qui non ci verrebbero nemmeno in vacanza perchè ripudiano questo tipo di cultura e tutte queste regole.

Inoltre una cosa che non t’aspetti è che se in Australia fai qualcosa di fatto male, sono gli altri cittadini che ti sgridano ed a me è successo di beccarmi un ammonizione da quello dei rifiuti perchè riciclavo la spazzatura in un modo diverso da quello italiano e poi mi hanno sgridato perchè non ero nella corsia giusta ad un incrocio oppure perchè parlavo in italiano in un locale pubblico oppure perchè avevo quasi fatto scadere il visto fidandomi dell’agente d’immigrazione.

E per un orgoglioso e permaloso come me sono dolori, ma te lo immagini in Italia?

Io continuo a preferire l’Australia, perchè se ti piacciono e le regole qui sai che ci sono solo quelle giuste che ti mettono al riparo dalle cattive abitudini degli altri, insomma qui puoi fare tutto ciò che ti apre ma non devi dare fastidio agli altri, rimanendo sereni però che anche gli altri si comportano allo stesso modo.

Una cosa della maggioranza degli australiani che non amo è la bassa cultura in senso generale e la scarsa attitudine all’arte, loro preferiscono una vita meno complicata, vivere in ciabatte, andare a pescare, vivere all’aria aperta e sbronzarsi spesso.

That’s the australian way of life!

Se non ti piace stai a casa tua che loro preferiscono.

69) Acqua e fuoco

•23 aprile 2010 • 1 commento

A volte brucia come l’inferno, a volte l’acqua ti sommerge, tutto senza soluzione di continuità.

Non appena arriva la stagione umida (“wet season”) arrivano prima poi i cicloni tropicali.

Così si passa dalle strade allagate

Ad interi quartieri allagati

Ogni tanto esce il sole ma altrettanto velocemente arrivano le nuvole.

Sempre più nere.

Poi giù acqua a catinelle.


Ma ai piccoli australiani la cosa non preoccupa poi molto, anzi è divertente.

Ma alcuni non si divertono poi molto.


Altri invece…

I ragazzi si sa, quelli devono divertirsi… per forza!

L’unico guaio è che in mezzo a tutta quest’acqua i soliti coccodrilli arrivano fino sotto casa e qualcuno diventa il loro cibo, ma spesso vengono catturati e legati come salami.

Poi l’acqua finisce, la terra si scalda fino a seccarsi e poi prende fuoco più o meno naturalmente, spesso è l’uomo con la sua imperizia a provocare incendi.


La morale è che se vieni da queste parti portati o comprati in aeroporto le thongs (ciabatte) perchè ti serviranno.

Se invece vuoi lavorare e non vuoi annoiarti allora fai il… pompiere!

68) Flinders Mall is over!

•22 aprile 2010 • Lascia un commento


A parte la faccia del frescone che appare nella foto, tutto il resto sa di lavori in corso, polvere, cemento e gasolio bruciato dalle ruspe.

Il City Mall è in smantellamento, tutto viene smontato o demolito e portato via.

Pochi se e pochi ma da parte dei residenti contrari,, la maggioranza vince e gli altri non fanno più grandi questioni, questa è democrazia!

Tutto tornerà meglio di prima.

La polvere che fa di contorno alle costruzioni di inizio secolo scorso fanno pensare ai western di Sergio Leone.

Persino le parti coperte vengono smontate e portate via.

Compreso gli alberi.

Come stavo dicendo…

Ci sono anche le vittime “commerciali” di questi lavori.Mac Donald chiude… ma in fondo chi se ne frega? basta andare ad un chilometro da qui, a North Wald, vicino allo Strand e se ne trova un’altro.Il capannone centrale vicino alla postazione taxi viene smontato.

E mentre viene smontato una parte del tetto cade in testa ad un passante che resta seriamente ferito.


Questo è come verrà… vedremo….

67) Pericolo è il suo secondo nome.

•22 aprile 2010 • Lascia un commento

Piccolo, tozzo e estremamente forte, viene così descritto…

Le sue caratteristiche fisiche ne fanno un potenziale pericolo per l’uomo…

Ricevere un attacco da questo grazioso animaletto è l’equivalente di vedersi scagliato addosso un barile della capacità di 120 litri…

Questo animale, correndo a 40 km all’ora è in grado di abbattere un uomo come una palla da bowling farebbe con un birillo.

Il livello di pericolosità è appena al di sotto di quello di orsi e leoni…

Il signor Bruce Kingle dello stato del Victoria è stato aggredito dall’animale e ne è uscito conciato per le feste con tagli, lividi e fratture ed è stato salvato da un vicino di casa che lo ha ucciso con un colpo d’ascia.

Ma di che animale sto parlando?

Del wombat! Il wombat? direte voi? Ebbene sì! Questo a riprova che in Australia tutto quello che si muove anche se sembra innocuo può uccidervi…

Per fortuna qui ci sono tante persone che all’occorrenza ti vengono in aiuto, perchè lo spirito australiano è proprio questo,  se qualcuno ha bisogno non si guarda tanto per il sottile…
L’attacco al signor Kringle è avvenuto in campo aperto, a Flowerdale, dove l’uomo ha il caravan in cui vive da quando la sua casa è andata distrutta dalle fiamme.

Martedì si era avventurato per una passeggiata nei dintorni.

Senza apparente motivo, un wombat che si trovava nelle vicinanze lo ha notato e lo ha caricato.

E’ stato colpito più volte dalle zampe del marsupiale e ha riportato tagli e ferite in diverse parti del corpo,  le ferite più gravi sono alle gambe, alle braccia e al collo.

Pericolo è il secondo nome del wombat,  quindi attenzione, sempre! Occhi aperti e state lontani dal bush, se potete!

66) Australian dangerous animals and Cypriot solons.

•5 gennaio 2010 • 1 commento

What you already know about Australia is that it is literally full of dangerous animals, among deadly jellyfishes, crocodiles that indifferently stir in salty water or in sweet water, sharks, deadly spiders and snakes among the most poisonous of the world, there less lethal human beings absolutely, perhaps not to fear but absolutely to respect.

The name already arouses a certain respect; “Solon.” Σόλων from the Greek, this illustrious Athenian, statesman, legislator, reformer and poet lived between 638 and 558 B.C.

The solon that will welcome you is surely the nicest person that you will find inside the Internet Cafe at 265 of Flinders Street.

A big man that you will always find suit with shirt, shorts and slippers a big man that to distractedly look at him could arouse fear but in the reality it is instead able to unsheathe a winning smile as that of a cheerful and playful child.

You can only see him become serious if you talk about taxes or if you refuse his coffee.

Is not a chance that the solon’s name is Solon but for the friends it is only Sol, is he a synthesis of efficiency, liking, reception and savoir-faire. Only fault? He’s a Cypriot. but it is not even perhaps a fault, we can say that he’s the more sympathetic Cypriot in the world.

In full his name is Solon Paschalis.

He immediately taken me in liking, and treated me like an old friend despite my nature was still not easy going like Australiana, I think too much formal.

Every time that I went to his shop he has offered me the coffee, and insisted for doing me a discount and every time there was the opportunity he introduced me to the various Italian that transited in his shop.

One day, showing his showy belly, laughing told me that he was eating too much and that he needed a diet, we joked alot about it and he told me that he had started to go by bicycle on the Strand, just as me.

Since every day I went on the Strand spending some hours riding, I met him and we stopped there so I decided to reverse my turn and to follow him homeward, also because the weather threatened rain.

At the end of the Strand we met his brother-in-law and his nephew that Sol didn’t miss to introduce me, then we continued toward the center, so he invited me to his house, not very far away from Flinders Street.

The road to arrive to his house was so steep that also standing on the pedals the back wheel of the bicycle started to skid, therefore gone down by the bike taken to push it and I looked back, Solon had already gone down of saddle before me and also he was pushing his hand bike, but he had remained very back clearly.

We did in time to arrive on the door of house that the downpour began, then we took the bikes and we brought them in the house.

Sol, visibly heated up, removed the shirt and literally thrown under the downpour and had a good a fast shower.

It entered house to take some towels and he asked me if I also wanted to take a shower, but I refused not having so much desire of it I followed him outside the house.

In the house it also had a beautiful well furnished bathroom, almost fine, in comparison to the type of house, an old and characteristic wooden Queenslander, very well maintained inside with a splendid wooden floor and ethnic furnishings with so much of embalmed crocodiles and tribal tools a lot of cd and dvd everywhere, but the outside of the house was instead in bad state, therefore where did he go to take a shower?

Under the house had been drawn a place, we say a porch, where had been installed a rudimentary and effectiveness shower, a thing that you can find in a camping in Versilia (Tuscany), certainly not here, in the City of Townsville.

Meanwhile it was stopping raining and therefore I told him that I would have gone back home, but Sol invited me to stay and with that expression of his bonaria I felt obliged to not refuse, he told me that he was waiting for a friend with which he would have looked at a soccer play, don’t ask me more about teams or something like this, he also offered him to cook something, but to this point I taken in hand the situation (you know Australian cooking it’s dangerous for italians as poison).

Entered kitchen it made me see where it held the food, but I saw that the sink was litterally hidden under a pile of pots and wares and a stain on the wall on the stove where the aspirator was.

I asked him what it had happened to the aspirator, candidly he explained me that a possum entered through the fireplace and it had been imprisoned in the aspirator and then killed by the fans and everything this was manifested with the smell of “dead body” that the house had pervaded and that the dismantlement of the same aspirator had required.

I washed some frying pan and some flat and I cooked a pasta dish, I didn’t succeed particularly well but Sol instead appreciated and thanked me. Meanwhile the friend that was waiting had arrived and therefore I said good bye both, and I went back home. letting them watching at the soccer game.

This is Sol, a big man that arouses respect, but in the reality a heart of little boy inside the body of a spitfire.

If you will visit Townsville and want to use Skype to call Italy or simply to surf on the net come to Den’s computer cafe and you ask for him, you will perhaps find Rainer a nice German guy or Alvaro a less nice but however always very kind Chilean, but if you have time, wait for Sol and tell him that you are my friend.

The Internet Den

Flinders Mall / 265 Flinders Street

Townsville 4810

Ph: 07 47214500

Map

Because Sol is my friend, he’s a solar person, a person available and devoted to people just as his illustrious homonym that he wrote:

πολλοὶ γὰρ πλουτεῦσι κακοί, ἀγαθοὶ δὲ πένονται:
ἀλλ’ ἡμεῖς αὐτοῖς οὐ διαμειψόμεθα
τῆς ἀρετῆς τὸν πλοῦτον: ἐπεὶ τὸ μὲν ἔμπεδον αἰεί,
χρήματα δ’ ἀνθρώπων ἄλλοτε ἄλλος ἔχει.
Some wicked men are rich, some good are poor;
We will not change our virtue for their store:
Virtue’s a thing that none can take away,
But money changes owners all the day.[

ἔστην δ’ ἀμφιβαλὼν κρατερὸν σάκος ἀμφοτέροισι:
νικᾶν δ’ οὐκ εἴασ’ οὐδετέρους ἀδίκως.
Before them both I held my shield of might
And let not either touch the other’s right

χαῦνα μὲν τότ’ ἐφράσαντο, νῦν δέ μοι χολούμενοι
λοξὸν ὀφθαλμοῖς ὁρῶσι πάντες ὥστε δήϊον.
Formerly they boasted of me vainly; with averted eyes
Now they look askance upon me; friends no more but enemies

Solon, by now elderly, upon hearing the song, asked the boy to teach him to sing it. When someone asked, “Why should you waste your time on it?” Solon replied ἵνα μαθὼν αὐτὸ ἀποθάνω, “So that I may learn it then die.”

65) Animali pericolosi australiani e soloni ciprioti

•5 gennaio 2010 • Lascia un commento

Quello che già sapete dell’Australia è che è letteralmente piena di animali pericolosi, tra meduse mortali, coccodrilli che si muovono indifferentemente in acqua salata o in acqua dolce,  squali, ragni mortali e serpenti tra i più velenosi al mondo, ci sono umani assolutamente meno letali, forse non da temere ma assolutamente da rispettare.

Già il nome incute un certo rispetto; “Solone”.  dal greco Σόλων, tradotto in inglese Sólon

Questo illustre ateniese, statista, legislatore, riformatore e poeta visse tra il 638  e il 558 a.c.

Il solone che vi accoglierà è sicuramente la persona più simpatica che troverete all’interno dell’internet point al n° 265 di Flinders Street

Un omone che troverete sempre vestito con maglietta shorts e ciabatte un omone che a guardarlo distrattamente potrebbe incutere timore ma nella realtà è invece capace di sfoderare un sorriso accattivante come quello di un bambino gioioso e giocherellone.

Potrete vederlo diventare serio solo se parla di tasse o se rifiutate il suo caffè, ma per il resto è assolutamente uno spasso.

Il solone si chiama non a caso Solon ma per gli amici è solo Sol, lui è una sintesi d’efficienza, simpatia, accoglienza e savoire-faire, unica pecca? E’ cipriota… ma forse non è nemmeno una pecca diciamo che è il più simpatico dei ciprioti.

Il suo nome per intero è Solon Paschalis.

Ci siamo subito presi in simpatia con Solon, lui mi ha subito trattato da vecchio amico ed io ho fatto altrettanto nonostante la mia natura fosse ancora un pò poco australiana, diciamo troppo formale.

Tutte le volte che sono andato al suo shop lui mi ha offerto il caffè, ed ha insistito per farmi lo sconto ed ogni volta che si è presentata l’opportunità mi ha anche presentato i vari italiani che transitavano nel suo negozio.

Un giorno, mostrando la sua vistosa pancia, ridendo mi disse che stava mangiando troppo e che doveva dimagrire, ci scherzammo un pò sopra e mi disse che aveva cominciato ad andare in bicicletta sullo Strand, proprio come me.

Poichè tutti i giorni andavo sullo Strand a spendere qualche oretta pedalando, non passò molto tempo che lo incrociai, quindi ci fermammo e quindi decisi d’invertire il mio giro per seguirlo verso casa, anche perchè il tempo minacciava pioggia.

Per strada incontrammo suo cognato e suo nipote che Sol non mancò di presentarmi, poi proseguimmo verso il centro, ad un certo punto m’invito a casa sua, non molto lontano dalla stessa Flinders Street.

La strada per arrivare a casa sua era così ripida che anche in piedi sui pedali la ruota posteriore della bicicletta cominciò a slittare, quindi sceso dalla bici presi a spingerla e mentro lo feci, guardai indietro, Solon era già sceso di sella prima di me e anche lui stava spingendo la sua bici a mano, ma chiaramente era rimasto molto più indietro.

Facemmo in tempo ad arrivare sull’uscio di casa che si scatenò il diluvio, allora prendemmo le bici e le portammo in casa.

Sol, visibilmente accaldato, si tolse la maglietta e si butto letteralmente sotto il diluvio e divertito si fece una veloce doccia.

Entrò in casa a prendere degli asciugamani e mi chiese se volessi anch’io fare una doccia, ma non avendone tanta voglia lo seguii verso l’esterno dalla casa.

In casa aveva un bel bagno anche ben arredato, quasi una chicca, rispetto al tipo di casa, una vecchia e caratteristica Queenslander in legno, tenuta molto bene internamente con uno splendido parquet ed arredamento etnico con tanto di coccodrilli imbalsamati e strumenti tribali in mezzo ad un sacco di cd e dvd, all’esterno invece la casa era in stato di semi-abbandono, quindi dove andava a fare la doccia?

Sotto la casa era stato ricavato un locale, diciamo un porticato, dove era stata allestita una rudimentale. quanto efficace doccia, una cosa che t’aspetti di trovare in un campeggio in Versilia, certamente non qui, nel pieno centro di Townsville.

Intanto stava smettendo di piovere e quindi gli dissi che sarei rientrato a casa, ma Sol m’invito a restare e con quella sua espressione bonaria non me la sentìi proprio di rifiutare, mi disse che stava aspettando un amico con il quale avrebbe guardato una partita di calcio, non chiedetemi quale, s’offerse anche di cucinare qualcosa, ma a questo punto presi in mano la situazione.

Entrato in cucina mi fece vedere dove teneva il cibo, ma soprattutto vidi il lavandino letteralmente nascosto da pentole e posate e una macchia sul muro proprio lì sul fornello dove c’era l’aspiratore.

Incuriosito gli chiesi cosa fosse successo, candidamente mi spiegò che un opossum entrato attraverso il camino ed era rimasto prigioniero nell’aspiratore e poi ucciso dalle ventole e tutto questo si era manifestato con l’odore di “cadavere” che aveva pervaso la casa e che aveva richiesto lo smontaggio dell’aspiratore stesso.

Lavai qualche padella e qualche piatto e cucinai una pasta al volo, non mi riuscì particolarmente bene ma Sol invece apprezzò e mi ringraziò.

Intanto era arrivato l’amico che stava aspettando e quindi mi congedai e tornai a casa. lasciandoli a guardare la partita alla tv.

Questo è Sol, un omone che incute rispetto, ma nella realtà un cuore di fanciullo dentro il corpo di un energumeno.

Se passate da questa parti e volete chiamare l’Italia via Skype o semplicemente navigare su internet andate a trovarlo e chiedete di lui, forse troverete Rainer un tedesco simpatico ma dai modi sbrigativi oppure Alvaro un cileno meno simpatico ma comunque sempre molto gentile, ma se avete tempo, aspettatelo e scambiate qualche parola con Sol e ditegli che vi mando io.

The Internet Den
Flinders Mall / 265 Flinders Street
Townsville 4810
Ph: 07 47214500

Perchè Sol è mio amico, Sol è una persona solare, una persona disponibile e dedito al prossimo proprio come il suo illustre omonimo che scrisse:

πολλοὶ γὰρ πλουτεῦσι κακοί, ἀγαθοὶ δὲ πένονται:
ἀλλ’ ἡμεῖς αὐτοῖς οὐ διαμειψόμεθα
τῆς ἀρετῆς τὸν πλοῦτον: ἐπεὶ τὸ μὲν ἔμπεδον αἰεί,
χρήματα δ’ ἀνθρώπων ἄλλοτε ἄλλος ἔχει.
Some wicked men are rich, some good are poor;
We will not change our virtue for their store:
Virtue’s a thing that none can take away,
But money changes owners all the day.

Alcuni uomini cattivi sono ricchi, alcuni uomini buoni sono poveri;

Noi non cambieremo le nostre virtù per i loro averi:

La virtù è una cosa che nessuno può portare via,

Ma i soldi cambiano proprietario tutti i giorni.

ἔστην δ’ ἀμφιβαλὼν κρατερὸν σάκος ἀμφοτέροισι:
νικᾶν δ’ οὐκ εἴασ’ οὐδετέρους ἀδίκως.
Before them both I held my shield of might
And let not either touch the other’s right

Di fronte ad entrambi io tenni il mio scudo con forza

Ed impedii ad entrambi di toccare gli altrui diritti.

χαῦνα μὲν τότ’ ἐφράσαντο, νῦν δέ μοι χολούμενοι
λοξὸν ὀφθαλμοῖς ὁρῶσι πάντες ὥστε δήϊον.
Formerly they boasted of me vainly; with averted eyes
Now they look askance upon me; friends no more but enemies

In passato essi si vantarono di me invano; con occhi stralunati,

ora mi guardano con sospetto; non più amici, ma nemici

Solon, ormai anziano, ascoltando una canzone chiese al ragazzo di insegnargli a cantarla. Quando qualcuno chiese, “Perché dovrebbe sprecare il suo tempo con te?” Solon rispose ἵνα μαθὼν αὐτὸ ἀποθάνω “che io posso impararla e poi morire”

64) Australian dangers

•21 dicembre 2009 • Lascia un commento

Il fuoco minaccia le case dei nuovi quartieri che circondano Monte Luoisa

i pompieri hanno passato lanotte a spegnere incendi intorno le case e le proprietà minacciate dal fuoco di sterpaglie su Monte Luoisa.

Sei vigili del fucoo e addetti al pronto soccorso, incluso i dipartimenti di vigili del fuoco urbani e perifericihanno fronteggiato le fiamme che si sono innescate ieri verso le 13.

Ieri sera le fiamme si sono pericolosamente avvicinate alle proprietà situate su entrambi i lati dell’area, includendo quelle della famiglia Emerson sul monte Luoisa.

Gli animali domestici come cani e maiali della guinea sono stati salvati grazie al pronto intervento dei vigili periferici appena prima delle 18.

Le abitazioni del Greenview Estate sono state anch’esse minacciate dal fuoco.

Le cause dell’incendio delle sterpaglie è sconosciuto ma i vigili rimarranno sul luogo per quasi tutta la notte.

Ieri le fiamme hanno già bruciato una macchia piuttosto grande su entrambi i le pendici del Monte Louisa.

…………………….

Questo articolo tratto dal giornale di Townsville vi fa capire i diversi pericoli di questa città che vive un estate assolutamente diversa dall’inverno dell’altro emisfero, vedi Europa, Italia etc…)

Charles Edgerton con la sua amata Leggy miracolosamente sfuggita all’attacco di un coccodrillo nel fiume Johnston.

Charles è ancora sotto shock in quanto costretto alla visione della sua amata e premiata cagnolina attaccata da un coccodrillo di un fiume vicino Innisfail.

Attenzione sempre ai corsi d’acqua i coccodrilli sono sempre in agguato, loro vedono te, tu no!

per passare a cose meno cruente,  vi segnalo che sullo strand c’è di nuovo il presepe vivente ” Stable on the strand”.

63) Corsa all’oro a Charters Towers

•8 ottobre 2009 • Lascia un commento

Sulle guide turistiche si dice che riguardo a Charters Towers la corsa all’oro è ormai finita, sicuramente però, gli abitanti di questo piccolo paese non sembrano essersene accorti.

Oggi le due principali attività rimangono quelle dell’allevamento dei bovini e le miniere.

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La cosa più incredibile è che se uno svuotasse il paese dalle auto e da qualche cartello stradale, si potrebbe usare il tutto come set cinematografico per uno spaghetti western alla Sergio Leone.

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Non viene naturale pensare che a Charters Towers in mezzo al niente come anche gli australiani dicono “ in the middle of nowhere” ci fosse anche una borsa cambi, ma si sa i pionieri grazie alle miniere d’oro ragionavano in grande.

Comunque in questa particolare cittadina dal gusto Far West trovi tante cose che ti fanno capire come doveva essere la vita da questa parti alla fine del 1800, la conferma più sconcertante la si trova proprio al cimitero dei pionieri.

Il “Pioneer’s cemetery” è il classico cimitero in stile americano, tutti seppelliti nella terra e sopra tante lapidi più o meno “sontuose”, molte di queste sono circondate da piccoli giardinetti o aiuole ma il tutto è naturalmente consumato dal tempo e dalle intemperie.

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Sulle lapidi alcune indicazioni fanno capire che la vita dei pionieri doveva essere molto dura e la cosa che sorprende di più è che le mortalità tra bambini e ragazzi era devastante, qui i pericoli naturali erano e sono ancora innumerevoli e le possibilità di cura praticamente inesistenti.

Così riusciva davvero difficile superare i 45-50 anni.

Aldilà di questa parentesi macabra, la gita a Charters Towers forse non vale la benzina consumata, ma rimane comunque una tappa insolita in questo viaggio nell’assolato Queensland.

Intanto uscito dal cimitero piove grosso un dito, ma giusto il tempo di arrivare al fuoristrada ed ecco che smette.

Per pranzo opto per un bel paninazzo alla Subway, una nota catena franchising di paninoteche, dove puoi scegliere il tipo di pane (a forma di filoncino) del tipo di farina che vuoi, bianca, integrale al sesamo etc… e poi puoi scegliere tutti gli ingredienti che vedi nelle vaschette del bancone.

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A causa della mia allergia all’aglio ed alla cipolla, spiego alla tipa che non voglio niente nel mio panino che assomigli a queste due cose, ma la tipa mi guarda strano e dopo aver scelto carne di pollo insalata , qualche cetriolino etc… cerca d’agguantare con la pinza una bella porzione di cipolle, con uno scatto la blocco prima dell’irreparabile, lei si ferma e ripone il tutto ma mi guarda come se fossi un alieno venusiano.

Finito il panino che per inteso, in Italia non mi sognerei nemmeno di mangiare, ecco che mi viene voglia di caffè, anche qui puoi scegliere il tipo e il bicchiere (piccolo, grande, maxi) il bello viene quando gli chiedo di farmi un caffè ristretto senza latte né cacao, così per evitare guai gli dico che la stopperò io quando la quantità di caffè sarà quella che io intendo essere sufficiente.

Lei schiaccia il bicchiere sotto questa specie di caffettiera ma il caffè viene giù come da una fontana e non dolcemente come dalle caffettiere dei nostri bar italiani, insomma in 2 secondi il bicchiere è già a metà, la blocco e lei stupita non capisce nemmeno il perché, le dico che va bene così, lei strabuzza gli occhi e mi dice sei sicuro?

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Sì, sono sicuro che questo caffè dal gusto forte non assomiglierà nemmeno lontanamente ad un caffè italiano, ma soprattutto sono sicuro che non dimenticherò la tua faccia stupita di chi non capisce che nel mezzo del nowhere un tipo strano come me ti ha chiesto cose così strane.

Strani gusti questi italiani….

Già proprio così….

Ma certo che bere male e mangiare peggio, un po’ la vita te l’accorcia… o no?!

“…dobbiamo andare e non fermarci mai finche’ non arriviamo.”
“Per andare dove, amico?”
“Non lo so, ma dobbiamo andare…”
J. Kerouac, Sulla strada

62) Brisbane prima… e dopo, cioè adesso!

•28 agosto 2009 • 1 commento

Come dicevo nella puntata precedente, Brisbane fu fondata quando Sidney e la colonia del New South Wales ebbero bisogno di un posto dove tenere i detenuti più difficili. Il territorio tropicale più a nord sembrò un buon posto e nel 1824 fu costituita una colonia penale a Redcliffe Point nella Moreton Bay.

Questa sede fu ben presto abbandonata a favore di un’area più a sud lungo la riva del fiume, quella dove oggi si trova la zona commerciale di Brisbane.

Non voglio affrontare questa meta dal punto di vista storico ma solo ribadire che l’orgoglio degli australiani poggia su basi, diciamo… strane!?

I primi coloni bianchi del Queensland avviarono una delle operazioni di colonizzazione più ampie della storia ed incontrarono una fiera resistenza da parte degli aborigeni.

All’epoca della colonizzazione bianca, il Queensland era l’area più densamente popolata dell’Australia: in essa vivevano oltre 100.000 aborigeni, divisi in circa 200 tribù – è probabile che, all’epoca dell’arrivo degli europei, la popolazione aborigena abitasse nella zona da circa 50.000 anni.

Con l’inizio del nuovo secolo, la popolazione aborigena del Queensland era stata, nella sua grande maggioranza, allontanata dalle sue terre, e le autorità bianche avevano creato delle riserve per i sopravvissuti.

Nel decennio 1980-90 il controllo delle riserve fu passato ai residenti, ma il governo mantenne diritto di accesso ai fini della prospezione, dell’esplorazione e dell’estrazione mineraria.

E tutto questo per dirvi e confermarvi che la dominazione a matrice anglofona agisce sempre con la stessa metodica, vedi negli U.S.A con i pellerossa, in Canada con i pellerossa, in Australia con gli aborigeni etc… etc… .

Comunque senza divagare tanto, a me Brisbane è piaciuta, è una città moderna, pulita, ordinata con un centro vivo e pulsante,

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ma qualcosa è mancato… lo spirito del nord del Queensland, qui è sintetizzato, in giro per il centro trovi statue fatte con rottami metallici che raffigurano … canguri,

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 oppure statue in pietra che raffigurano… cowboys intorno al fuoco nel bush etc… .

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 Insomma la città è sempre la città e qui non se ne parla nemmeno d’investire coccodrilli per strada oppure d’incontrare canguri in carne ed ossa al semaforo, insomma anche qui è Australia ma su nel nord è diverso!

Il parco Roma St. Parkland vicino all’Holiday Inn dove alloggio, è uno spettacolo, ci trovi cascate, parti di foresta tropicale … artificiale e veri ragni spaventosamente grossi tutti attaccati alla struttura metallica di una pensilina uno spettacolo decisamente insolito!

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I ristoranti in centro sono a buon mercato, mentre decisamente economici sono i negozi di souvenir che si trovano a decine, molti dei quali gestiti da orientali.

 

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I grattacieli tutti moderni e colorati svettano nel cielo e qualche antica chiesa o vecchio hotel in stile fine ottocento fa da contraltare a tutta questa modernità.

colored building

 

hotel

 church

balls

Se avete un giorno a disposizione andate pure a Brisbane ma non aspettatevi meraviglie, ma solo una città tranquilla, organizzata ed ospitale con una grande comunità orientale che in centro è omaggiata con alcuni nomi di vie scritte anche con gli ideogrammi.

Salut.

61) E voi dite… Hi mate!

•18 aprile 2009 • 2 commenti

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Gli australiani… ma come sono?

O meglio come sono i Queenslanders, cioè quelli che abitano il Queensland, uno degli stati di quest’enorme continente?

Sono sicuramente diversi da noi italiani, ma sono anche diversi dagli australiani del sud.

La prima cosa che stupisce è l’assoluta rilassatezza gentilezza e disponibilità.

Qui non serve chiedere, qui non serve “attaccare bottone”, la gente t’incrocia e ti rivolge la parola anche solo per fare una battuta sul tempo o su altro, senza che te l’aspetti.

Se solo t’ intrattieni a fissare qualcuno ecco che questi come minimo ti sorride e ti saluta.

Se solo poi accetti di scambiare qualche parola, questi t’ascoltano pazientemente e ti raccontano tutto della loro vita oppure ti chiedono tutto della tua, anche se magari non v’incontrerete mai più.

Se incroci qualcuno sul tuo cammino ed entri nel loro raggio d’azione, la prima cosa che ti fanno è quella di chiederti scusa, perché questo provoca secondo le loro un’invasione della privacy e poiché non pretendono che sia stato tu ad invadere la loro, si scusano per primi.

La seconda cosa è l’assoluta svogliatezza e l’andamento lento.

Come detto altre volte, qui nessuno e dico nessuno s’ammazza di lavoro. Per fare lo stesso lavoro che in Italia basta una persona qui ce ne vogliono due o tre.

A volte sembra persino che si prendano in giro da soli per la ridondanza di persone che trovi nei negozi o nella strada intenti “ a lavorare”.

Tutto questo associato ad una tendenziale mancanza di preoccupazioni ha creato una generazione pigra e svogliata dove i più svegli e volenterosi hanno letteralmente fatto passi da gigante in poco tempo, soprattutto nelle terre di frontiera come Townsville.

La Collina ai piedi Castle Hill, è rinomata per essere la collina dei pluri milionari e la concentrazione di questi ultimi è la più alta d’Australia, in pratica una casa su due è posseduta da ricconi.

Non c’è quindi da stupirsi del successo di alcune persone volenterose in questa terra di frontiera.

La terza cosa che stupisce è la tendenziale mancanza di cultura.

Qui a Townsville, ma anche nel resto d’Australia, la grande facilità di trovare lavoro pagato degnamente ha causato negli anni aumento progressivo d’ingresso nel mondo del lavoro da parte di giovani che a fronte di un impiego anche semplice ma ben pagato hanno lasciato prematuramente la scuola.

Capita così di trovare alle casse del supermercato ragazzi e ragazze giovanissimi, diciamo intorno ai 14 anni e trovi allo stesso tempo giovani lavoratori sia in miniera che in edilizia, senza o quasi cultura scolastica.

Se a questo s’aggiunge che anche i genitori sono scarsamente educati la risultante è che generalmente tutti gli immigrati trovano difficile entrare in “contatto cerebrale” con questa massa di giovani, che parla un dialetto sgraziato e sgrammaticato.

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Il concetto di cultura australiana, si riduce molto spesso all’abuso dell’alcool e delle relative problematiche ad esso connesse.

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Ci s’accorge quindi che diventa oggetto di vanto essere arrestati in stato d’ebbrezza oppure collezionare risse o record di bevute.

Per le ragazze invece, che sicuramente non si tirano indietro nelle competizioni dei beoni, non resta invece che collezionare altrettanti guai con la giustizia come patenti sospese e sbucciature alle ginocchia, non è infatti raro osservare ragazze che al lunedì hanno entrambe le ginocchia sbucciate o fasciate a causa di cadute determinate dal troppo alcool ingurgitato.

Come è facile immaginare le ragazze ubriache si prestano poi volentieri a “collezionare” scivoloni anche… a letto.

Ecco quindi che qui le malattie veneree stiano diventando una preoccupazione tutt’altro inconsueta.

La televisione ed i giornali pubblicano molto spesso inviti a evitare l’alcool, usare contraccettivi e smettere di fumare, che stranamente è un’abitudine diffusissima tra i giovani australiani, soprattutto le ragazze.

Quarta cosa è la standardizzazione.

Tutto qui sembra ancora più omologato che in Italia, sia di giorno al lavoro dentro le loro uniformi tutte uguali tutte riconducibili ad un’attività specifica, per esempio i lavoratori edili o gli addetti alle manutenzioni tutti riconoscibili da magliette giallo o arancione fosforescente tipo giubbetto di sicurezza, oppure i waiters (camerieri) tutti dentro le loro uniformi nere con sottili righe grigio scuro, oppure gli impiegati statali dentro le loro uniformi azzurre etc… .

Ma anche di sera, quando tutti smettono le loro uniformi ecco che per le strade incontri ragazze dentro improbabili vestiti che mal s’adattano alle normalmente generose taglie e fattezze.

Tutta la vita degli australiani o almeno i queenslanders che conosco, è codificata, tutto segue uno standard, tutto è omologato, tutto favorisce la rilassatezza ma anche la pigrizia… mentale.

Tutti nei soliti locali a consumare la solita dozzina di birre prima di stonarsi con alcuni shots (piccoli bicchieri di alcool puro) poi tutti a casa in taxi o a sfidare la sorte con la polizia che qui allestisce dei posti di blocco che controllano a tappeto tutti gli autisti che malauguratamente transitano per una determinata via ad una determinata ora.

Quinta cosa l’orgoglio australiano.

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Questa per noi italiani è forse la cosa più strana in assoluto.

Qui la storia parla di città come Townsville fondate poco più di cent’anni fa, inizialmente popolate da detenuti inglesi volutamente “ sfollati” dall’Inghilterra verso terre da colonizzare, insieme ad uno stuolo di prostitute.

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Ora mi viene da ridere a pensare a questi “fieri” australiani che per la stragrande maggioranza non sono originari dell’Australia in quanto solo gli aborigeni possono essere definiti tali.

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Mi viene da piangere a pensare che come sempre le colonizzazioni inglesi abbiano finito con il ridurre in minoranza inerme, sia gli indiani d’America, sia gli aborigeni d’Australia, sia i Caribe dei Caraibi etc… .

Ma rido a crepapelle quando un’insegnante parla di aborigeni e nel proprio discorso come distinguo dice “noi australiani”… .

Ma come? Mi viene di dirgli…. voi australiani?

Gli australiani sono gli aborigeni, voi siete immigrati e a quanto mi risulta la maggioranza di voi non dovrebbe nemmeno essere tanto fiera dei propri antenati… o no?

Però è divertente vedere le macchine che girano con la bandiera australiana e la gente che sorride anche se non ti conosce… , sai che c’è?

Nessuno è perfetto! E a dirlo sono io, un italiano con molti difetti e forse nemmeno tanto fiero d’esserlo!

E quando c’incontriamo ci salutiamo anche se non ci siamo mai conosciuti.

Hi mate! Ciao amico mio australiano!.

G’day mate!

60) Sopravvivere agli animali pericolosi in Australia.

•11 aprile 2009 • 3 commenti

Il sole è caldo come al solito, e picchia sulla testa come un martello. In accordo con quanto scritto sui depliants turistici, qui a Townsville di giornate di pioggia non se ne vedono più da tempo ed l’aria è decisamente più asciutta, pertanto da qui a novembre di pioggia ne verrà giù molto poca e complessivamente le giornate di sole durante l’anno saranno più di 300.

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L’unica cosa che per ora non accenna a diminuire è la temperatura durante il giorno che in casa raramente scende a 28 gradi.

Al mattino presto, diciamo intorno alle 6, la città si anima e così anche la mia vicina ultraottantenne che nonostante gli evidenti acciacchi, immancabilmente attacca la radio o la tv a quest’ora in cui trasmettono praticamente solo notiziari, così ecco che tocca svegliarsi.

A parte questo tutto scorre regolarmente e pigramente.

E’ quasi Pasqua ma qui a Townsville, le cose funzionano diversamente, tanto per cominciare è tutto chiuso da venerdì a martedì, mentre domenica alcuni centri commerciali sono aperti.

La tradizionale gita fuori porta di Pasquetta qui viene sostituita dal campeggio. Molti s’attrezzano agganciando alle loro auto (o fuoristrada o ute o pick-up, etc…) i relativi rimorchi con roulotte, carrelli tenda o mezze roulotte e le immancabili barche.

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Qui si usano strane barche d’alluminio, scoperte, lunghe non più di quattro metri, dal fondo quasi piatto e con tutto quello che serve per pescare, perché qui come in tanti paesi anglosassoni la pesca è più importante della religione.

Dalle quattro del pomeriggio, tutti i giorni li vedi alle foci dei fiumi oppure sulla battigia intenti a pescare.

Una massa eterogenea di persone, uomini, donne, bambini, anziani, tutti lì con le loro canne in mano a tentare di rimediare la cena.

Oltre ad esserci tutta una serie di negozi dedicati agli articoli da pesca ed alle esche, alcuni decisamente più “fondamentalisti” non spendono nemmeno soldi per le esche e se le procurano lanciando (come fossero lazzo) piccole reti dalla forma circolare con legate alle estremità alcuni piombi.

I giornali pubblicano regolarmente le posizioni in mare e nei fiumi dei vari banchi di pesce, con tanto di nome del tipo di pesce, poi ancora gli orari delle maree ed altre informazioni utili.

Settimanalmente, i giornali pubblicano le immancabili foto di pescate “incredibili” con tanto di pescatori sorridenti abbracciati a pesci grandi come loro… enormi!

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Non ho capito tanto bene se lo scopo è rimediare la cena o vedere pubblicata la propria foto, ma la sostanza è che qui sono veramente matti per questo “sport per pigri. Alcuni pick-up hanno persino montato i porta-canna sul paraurti frontale o sul cassone in modo da non doversi nemmeno scomodare a tenere le canne in mano.

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Alcuni altri, hanno invece diversi adesivi che richiamano la pesca e che tradotti in italiano suonano più o meno così; “non seguitemi sto andando a pesca”, “il mio dio è la pesca”, etc… . Una diceria comune è che sembra che alcune donne per cercare marito mettano sul proprio annuncio la postilla … “ barca di proprietà” .

Un’altra diceria è che gli uomini che rispondano a questi annunci dicendo, “ok, tu, dalla descrizione vai bene, ma mi dici com’è la barca?”.

Comunque sia io qualche annuncio del genere l’ho visto per davvero! Io invece il pesce finora lo pesco al … banco del pesce!

E come esca uso i dollari, agitandoli in aria sotto il naso dell’addetto del supermercato.

Stufo di banalità come carne di canguro o di coccodrillo ho mangiato un’altra bestiolina che qui da queste parti ogni tanto si rivela pericolosa.

E’ infatti notizia di circa 1 mese fa, verso Brisbane, un surfista esperto ha dovuto lasciare come obolo al pescecane di turno la propria mano sinistra.

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Io invece ho usato la destra per estrarre il portafogli dalla mia tasca posteriore e pagare per un bel filetto di squalo.

Vedere foto, il filetto di squalo è quello in basso.

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Il gusto dello squalo non è eczionale, ma volete mettere la soddisfazione….

Intanto che stio parlando di bestie pericolose…  oggi tanto per completare l’opera ho visto per la prima volta dal vivo un ragno mortale, il red-back!

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Per fortuna non era sotto l’asse del gabinetto, ma su una roccia a Castle Hill.

Per ora ho salvato il sedere, speriamo di non incontrare la mamma dello squalo, nè tantomeno quella del coccodrillo… sai com’è … non vorrei lasciare anch’io un obolo… la mia mano destra mi serve…

Se no come tiro fuori il … portafogli?!

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Poi vado al supermercato e nella galleria che ci trovo? Il parente australiano povero del T-Rex!

Meno male che questi sono estinti! Se no con il cavolo che uscivo di casa….

A dire che poi a me, le uova nemmeno piacciono….! Ma glielo spiegavate voi alla bestiolina…?

59) E’ dura (non serve il viagra).

•3 aprile 2009 • 2 commenti

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Vado o resto?

Piano A o piano B?

Un’altra volta alle prese con delle scelte!

Ci vuole un fisico bestiale diceva qualcuno… .

Ma ci sto facendo quasi l’abitudine.

Bene, raccontiamo un po’ di cose…

Tra qualche gita fuori porta ed una settimana d’insegnamento con 5 classi diverse ed una lezione individuale, ho incassato ben 2 lettere ed una mail di raccomandazione da parte della Presidenza e della Direzione didattica.

Tutti sono al corrente dei problemi “visto” che ho incontrato a Cairns, ma quelli sono in parte risolti, l’unica cosa che rimane da fare è la schermografia al torace e pagare la scuola.

Purtroppo, perdendo un mese; febbraio, dove avrei dovuto cercare un’altra scuola tutto è diventato più complicato.

Tanto per iniziare, diciamo che sono poche le scuole che cominciano in periodi diversi da febbraio e luglio.

Così, perso l’inizio delle scuole di febbraio e non avendo intenzione di ripetere il corso d’inglese perché comunque gli esami sono andati benissimo, ho dovuto iscrivermi ad una delle poche scuole che iniziavano ad aprile, una scuola d’amministrazione aziendale, di 9 settimane.

Poiché solo 9 settimane non erano sufficienti per il visto (ne servivano almeno 15) ho dovuto anche prenotare una scuola d’informatica di 24 settimane, per complessive 33 settimane.

Il gioco del visto qui mantiene in piedi un “bel carrozzone” di scuole, di agenzie d’immigrazione e d’insegnanti.

Con soli 100 dollari di prenotazione ho potuto mandare la conferma d’iscrizione a Cairns e confermare la precedente pratica d’estensione.

Detto questo, entro il 20 di questo mese devo decidere se andare a pagare e sciropparmi altre 9 settimane oppure optare per il piano B.

Comunque ad oggi ho finalmente compreso il giro dei visti, così come ho compreso che se hai un’età scolastica, qui puoi studiare ed avere ottime speranze di rimanerci, sempre inteso che ti piaccia il posto, il caldo, il mare, i servizi ed un’atmosfera che già solo gli australiani del sud definiscono “rilassata”.

Peccato che la mia età anagrafica sia praticamente il doppio di quella di uno studente universitario… Intanto, inaspettatamente, tutti si sono messi a farmi “il filo” per propormi di studiare ancora un anno per diventare insegnante anche per le scuole medie e superiori.

Poi, mi hanno invitato a parlare con persone nuove mai conosciute prima.

Mentre solo oggi il mio amico di Lecce (Vedi Tesla e cella di Joe) mi ha fissato un appuntamento con uno che forse m’aiuta con il visto “business”.

Ma dico io, proprio adesso che stavo pensando al piano B ecco che spuntano come funghi, nuove cose, nuovi contatti, forse nuove opportunità o magari… soluzioni!

La soluzione a cosa? La soluzione per restare qui con un “permanent residence visa”.

Questo è l’unico obiettivo che mi sono prefissato d’approfondire, ma la sostanza delle cose è che finora non ho trovato la chiave giusta.

La sola possibile sarebbe quella d’essere “sponsorizzato”, ma intanto ci si è messa di mezzo la crisi a rompere le uova nel paniere.

Quindi in pratica se lunedì che incontrerò queste persone non dovesse uscire niente di novo, si apssa decisamente al piano B da attuare entro 2 settimane.

Intanto se qualcuno di voi ha bisogno di sapere come funzionano i visti, scrivetemi che vi do due dritte, perché ci sono cose che non trovate scritte da nessuna parte.

Perché per queste ci vuole l’esperienza ed io ne ho fatta abbastanza.

Per non stressarvi ulteriormente sulla questione visti, vi parlerò anche di una gita a Paluma e l’ultima fatta la scorsa settimana su Maggie (Magnetic Island) ma con auto a seguito.

Qui intorno tutti parlano di Paluma, di Cristal Creek e della foresta pluviale.

Allora, detto fatto, preso il fuoristrada ed ecco che in un ora abbondante eccomi arrivato in questo posto che si trova in collina a nord di Townsville.

Ebbene?

Niente di particolare, se non che arrivato il pomeriggio su questa collina cosa ci trovo?

La nebbia!

Ma come la nebbia ai tropici? Ebbene sì! Non so che farvi… se non ci credete guardate la foto!

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Altra cosa particolare?

Più in basso rispetto a Paluma trovo un fiume che forma tante vasche naturali dove tanti fanno il bagno.

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L’acqua non è così fredda, ma soprattutto è così trasparente che una cosa simile l’ho vista in vita mia solo In Croazia (Laghi di Plitvice).

Per quanto riguarda Maggie invece, la gita è durata tutta il giorno con partenza ad ora di pranzo e ritorno a sera tardi.

Messa la macchina sul traghetto in circa mezz’ora si sbarca sull’isola.

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Il pranzo non era tanto buono ma il locale era in compenso pieno di coccodrilli impagliati e pelli dei medesimi, sulle pareti.

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La sfida era andare a vedere Florence Bay ed altre spiagge che mancavano all’appello dopo la prima visita di qualche mese fa.

Ebbene, tutte le spiagge si sono rivelate bellissime, qualcuna sembrava quella delle Maldive,

ma quando ormai tutto il giro delle spiagge ad est erano concluse, ho affrontato l’ultima avventura che ha visto l’utilizzo del fuoristrada con tanto di marce ridotte, tutta una serie di guadi ed infine un passaggio con l’auto inclinata lateralmente così tanto che ho temuto di rovesciarla.

Dopo circa 40 minuti di Camel Trophy sono arrivato a West Point, p3260307

giusto in tempo per il tramonto ed una breve passeggiata sulla spiaggia, dopodiché altri guadi e altri passaggi “arditi” per fare in tempo ad imbarcarsi nuovamente e ritornare a casa.

Tutto è stato abbastanza emozionante e nel corso della giornata mi sono anche cimentato con una delle mie attività preferite imparate nella Repubblica Dominicana.

Quale?

Procurarsi del cocco fresco, gratis.

In circa 15 minuti eccomi con la mia noce di cocco in mano, che è risultata anche buonissima, niente a che vedere con quelle comprate al supermercato, né in Italia né qui.

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E’ proprio vero che le cose raccolte in natura hanno un sapore diverso!

La prossima settimana sarà una settimana impegnativa e dura (e di certo non serve… il viagra).

Intanto auguri a Stefano che sta traslocando, auguri ad Enrico che pubblica articoli sulle caldaie ad aprile e me le manda da leggere qui… ai tropici.

Auguri alla mamma che deve operarsi la ginocchio.

58) Australia, mi è venuta la crisi, ho contratto il morbo della globalizzazione!

•23 marzo 2009 • 1 commento

Ve l’avevo detto io che sarebbe capitato, dovevate pensarci prima…

In ogni caso saperlo prima non è bastato neppure a me.

La crisi è arrivata anche qui in Australia e per la prima volta se ne comincia a parlare piuttosto insistentemente su giornali e tv.

L’Australia non è certo il paese più rappresentativo nel panorama economico mondiale e quindi i numeri in gioco risultano decisamente diversi da quelli dei paesi d’oltremare, ma poiché è un paese sostanzialmente anglosassone non è immune da difetti ed è caduto nella medesima spirale di crisi che già affligge Stati Uniti ed Europa, con qualche distinguo.

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Innanzitutto c’è da dire che la crisi che avevo paventato già da qualche anno, nasce da diverse componenti convergenti in un periodo epocale come questo, che sarà ricordato negli anni a venire come l’era della globalizzazione.

Dietro questa parola che di fatto sembra non possedere alcun aspetto particolarmente negativo, in realtà ci sono macro componenti assolutamente negative che le fanno assumere un significato sinistro che troviamo catalizzato e rappresentato interamente in “crisi globale” espressione che ormai sentiamo tutti i giorni, più volte al giorno.

Ma quali sono queste macro componenti che stanno determinando questa crisi?


Al solo scopo di semplificazione possiamo dire che le cause scatenanti primarie sono:

Mutui subprime

Delocalizzazione

Credito al consumo

Cartolarizzazione dei crediti

Finanza creativa e derivati

Per coloro che seguono poco l’economia, cercherò di semplificare per quanto possibile tutti gli aspetti singolarmente al fine di farvi comprendere che cavolo sta succedendo a livello globale, (quindi in tutto il mondo).

Mutui subprime

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Innanzitutto i mutui subprime sono nati circa 30 anni fa.

Dove? Negli U.S.A. e subito dopo in molti paesi anglosassoni.

Perché? A causa di forti tensioni sociali nella fascia sociale bassa, sostanzialmente l’etnia afro-americana che viveva ai margini della società e quella che era maggiormente coinvolta in attività criminose più o meno gravi per soddisfare le esigenze primarie, tra cui mangiare.

Allora che ca..o*, si era inventato il Governo degli U.S.A. per risolvere il problema? Semplice, nobilitare gli animali.

Come? Facendo in modo che i più colorati e sfigati cittadini degli U.S.A. potessero affrancarsi dalla povertà ed inserirsi nella middle prime society, quindi salire la scaletta del pollaio di un gradino.

(C’era chi diceva che “ la vita è come la scaletta del pollaio, corta, ripida e piena di cacca…” e mica aveva torto!)

Insomma cosa fai per nobilitare l’uomo? Semplice lo devi rendere più simile alla bestia, ovvero farlo lavorare, ma prima di fare questo lo devi ripulire un po’… come puoi farlo?

Semplice, si parte dai basilari, per ripulire un colorato senza fargli trattamenti lunghi, costosi e dal dubbio risultato (vedi Michael Jackson) prima di tutto gli devi dare la possibilità di lavarsi, quindi per fare ciò gli devi dare un bagno e per evitare che si sporchi comunque dormendo sul marciapiede, gli devi dare anche una camera da letto e poi per evitare che sporchi in giro mangiando, magari anche una cucina, quindi, visto che ci sei e che hai fatto trenta, fai trentuno… gli dai una casa!

Ma come una casa? E chi ca..o* gliela dà una casa ad un colorato che vive per strada rubando, spacciando e chissà altro?

Ma quando te la ripaga la casa uno così? Chi può garantire al suo posto? Ma è semplice! Il Governo degli stati Uniti d’America! Che bella cosa la democrazia e la demagogia, aiutiamoli questi poveretti, da soli non ce la fanno… .

Così ecco che arrivano gli incentivi e le leggi ad OK in modo da poter garantire a tutti un mutuo pari al 100% del valore della casa, magari qualcosa anche per le spese d’agenzia, le perizie, magari una mano di bianco e come dice il mio amico Stefano (una fetta di culo con i pinoli).

Succede che le banche un po’ s’incazzano perché loro di dargli una fettina del loro culo proprio non ci stanno (forse perché non sanno dove comprare i pinoli?) ed allora ecco che una stuola di solerti avvocati (tra i quali anche l’attuale Presidente degli U.S.A.) intentano e vincono cause in nome di tutti gli squattrinati di colore che eventualmente si vedano rifiutare il diritto ad avere un mutuo e parallelamente si sentano “discriminati”.

In pratica quello che succede quasi sempre quando aiuti un asino… prendi dei calci!

Così ecco che, fondamentalmente ottieni 3 cose;

primo, ripulisci un po’ le strade,

secondo, togli dalle statistiche milioni di poveri, li puoi cancellare dal foglio dei poveri per metterli in quello dei ricchi,

terzo, fai girare l’economia in particolare quella edilizia.

Quarto fai girare le balle alle banche! Ma vedrai che anche loro saranno poi accontentate con altrettanti incentivi.

Però nel frattempo loro (le banche) incassano commissioni e nemmeno si sognano di fermarsi dal dare denaro in prestito, così mentre la domanda è alta i tassi d’interesse cominciano a lievitare pericolosamente e succede che porpio a causa di questi rialzi cominciano le prime insolvenze, qualcuno comincia a saltare la rata del muto che magari è aumentata del 30% se non sei stato abbastanza sveglio da scegliere un mutuo a tasso fisso, piuttosto che a tasso variabile.

Abbandoniamo per un momento questi ca..i* di problemi americani e vediamo invece che ca..o* succede nel resto del mondo.

Un’altra macro problematica o ca..ata* che dir si voglia… come facciamo a fare in modo che demagogicamente milioni di colorati (questa volta sia caffélatte che gialli) possano permettersi di nobilitarsi a loro volta?

Semplice, gli dai non solo una casa ma li fai anche … lavorare!

Ca..o*, ma questo è proprio un miracolo bello e buono… ma come cavolo si fa?

Delocalizzazione

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Con il 20% circa di afro-americani su circa 250 milioni di abitanti U.S.A. è stato abbastanza facile, ma lo sai quanti ca..o* sono indiani e cinesi insieme?

Oltre 2 miliardi e mezzo di creaturine, alcune molto abbronzate altre gialle, creaturine che mangiano persino! Magari anche 2 volte al giorno!

Questo è proprio un ca..o* di problema, ma non vi preoccupate tanto nessuno vi ha chiesto la soluzione quella ve l’hanno già trovata e senza neanche tanta fatica.

Quando? Qualche decina d’anni fa. Come? Accordi WTO, ovvero World Trading Organization quindi libero scambio.

Che fi..ta! Pensa che bello, ti spostano una fabbrica da zona Milano che produce materassini e gommoni in Cina ed ecco che un sacco di gialli possono lavorare e mangiare e persino avere una casa! (Caso vero di cui sono a conoscenza).

Oppure ti spostano un’industria tessile da Biella alla Cina, ca..o* è proprio forte questa globalizzazione, ma perché non ci abbiamo pensato prima?

Poi però succede che in Italia la fabbrica non c’è più e non c’è più lavoro, va beh!

Vedrai che qualcuno ci avrà pur pensato, vedrai che anche qui ci sarà un incentivo.

Poi comincia a vedere i lati positivi della questione, puoi andare al supermercato e comprare un bel gommone made in Cina ed una bella tovaglia made in India ed accorgerti che costa un terzo rispetto a prima… questa si che è una gran bella fi…a!

Certo che ladri che erano i nostri produttori italiani, ci facevano pagare una cosa identica ( o quasi) e ce la facevano pagare fino al 500 più cara!

Ma lo sai che è proprio forte la globalizzazione?!

A proposito mi sono sempre chiesto come mai, solo poche persone si sono riunite per discutere insieme ed aiutare persone che forse nemmeno rompevano le scatole più di tanto?

Non è che c’è la fregatura?

Ecco lì il solito che vede sempre nero… comunque qui qualcosa mi sfugge, ovvero mi rimane in testa una domanda… perché hanno fatto questo?

Credito al consumo.

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Ecco gli incentivi! Si può comprare tutto senza pagare! Che forte! Ma questa è proprio una bengodi! Lo sapevo che c’era un incentivo anche per noi.

Ora posso andare a comprare un televisore al plasma (made in Cina), portarmelo a casa e cominciare a pagarlo l’anno prossimo a rate!

Questa sì che è democrazia, così posso vedermi il Grande Fratello su un grande schermo piatto oppure i mondiali di atletica anche questi made in Cina, questa si che è vita!

Ma come mai se pago in contanti, non mi fanno lo sconto?

Che strano!

Anche se ho i soldi in banca mi conviene pagare a rate, questo proprio mi sfugge e non so cosa fare, quasi quasi anch’io pago a rate… o magari mi faccio una bella carta di credito come quella che mi hanno già offerto più volte, che ne dite? Si chiama revolver, il nome m’inquieta un po’, le armi mi hanno sempre fatto un po’ paura.

Ma no, gli hanno dato questo nome perché sono ricaricabili proprio come la pistola, ma non so perché io continuo a pensare al film “ Il cacciatore” con Robert De Niro ed alla roulette russa con il revolver puntato alla testa… ma pensa te che cavolo vado a pensare!

Qui va tutto bene, sono felice, compro tutto quanto e pago fra un’ anno con o senza la mia nuovissima carta revolver.

Come dite? Gli interessi? Ma no, quelli sono proprio bassi, sono scritti in piccolo con due piccole sigle TAN e TAEG, chiederò al mio vicino settantenne, lui sicuramente saprà spiegarmi meglio quanto pagherò d’interessi, ma poi che mi frega, tanto lo dice persino Totti “life is now” quindi può essere vero che per pagare e morire c’è sempre tempo, oppure come dice sempre Stefano “paghi a babbo morto” .

Cartolarizzazione dei crediti

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Intanto qualcosa è andato storto, prima le torri, poi le guerre poi sarà che i cinesi e gli indiani hanno prodotto troppo o forse sarà che agli americani non serviva tutta questa merce prodotta in Cina, o forse è arrivato il tempo di pagare e magari tutti aspettavano di farlo “ a babbo morto” o forse erano finiti gli afro-americani cui dare una casa, sarà questo o sarà quello, fatto sta che nessuno più compra case o meglio ecco che qualcuno non paga nemmeno il mutuo, come sarebbe a dire non paga il mutuo?

Le banche dicono CA..O* ve l’avevamo detto noi!

Ed adesso chi paga? Boh! Intanto le banche per non saper leggere e scrivere cominciano a riprendersi le case perchè nessuno più paga il mutuo.

Allora si comincia il balletto, le case vengono pignorate, gli afro-americani ributtati in strada e le case messe in vendita.

Semplice? No!

Le case in vendita sono sempre di più, i prezzi calano, il mercato immobiliare crolla.

Le banche non riescono più a riscuotere crediti, i valori scendono ed i bilanci pure allora qualcosa bisogna inventarsi, vuoi mica che le banche falliscano?

Qui bisogna inventarsi qualcosa.

Cosa? L’ingegneria economica viene in soccorso, per salvare il bilancio in rosso spostiamo i crediti da esigere da qualche parte poi li rimettiamo sotto un’altra voce magari patrimoniale ed ecco che il gioco è fatto, anziché passare a perdita case svalutate e costi connessi le banche ti fanno il barbatrucco ed ecco che nessuno fallisce, beh non è prprio così, basta qualche voce di troppo ed ecco che subito i correntisti si precipitano in banca ed il fallimento è inevitabile.

Guarda te che cosa può combinare qualche pettegolezzo…. .

Va beh che significa, qualche volta può andare storto, le banche sono comunque piene di soldi, vedrai che tutto torna sotto controllo.

Intanto esplode la finanza creativa, non mi ero ancora ripreso dal crollo di alcuni titoli tecnologici, ovvero “la bolla tecnologica” ed ecco che si comincia a parlare inesorabilmente anche di bolla dei derivati e subito dopo di “bolla edilizia”.

Finanza creativa e derivati


Cavolo quante bolle sembra champagne eppure io non ho neanche bevuto eppure ci sarebbe da farlo eccome!

Ma che ca..o* sono questi derivati?

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M’informo presso un amico trader professionista e lui mi sciorina tutta una serie assurda di calcoli tanto per farmi un esempio e poi mi dice che nella realtà spesso neanche chi li vende ne conosce bene la composizione, l’unica cosa che è certa è che come se fossero delle scommesse dove vinci solo in casi rarissimi, ma la cosa allettante è che addirittura le banche pur di promuoverli sono disposti a convertirti mutui o finanziamenti preesistenti ed in cambio solo di qualche firma ti anticipano anche altro denaro.

Questa si che è il massimo! Così ecco che molti soggetti privati, ma anche Comuni italiani per pianare i bilanci comunali e fare cassa, chiedono ed ottengono rifinanziamenti e inaspettato denaro contante.

Proprio facile, ma saranno poi sicuri questi derivati?

Ma certo che lo sono, ti dice il promotore finanziario che te li offre.

Ma no che non sono sicuri manco per il ca..o* dice il Tribunale di alcuni Comuni italiani che falliscono.

Ok forse adesso avete capito che qui qualcuno l’ha fatta grossa?

Ma com’è possibile che sia successo tutto questo ma chi cavolo ha preso queste decisioni, ma le banche sono ancora sicure, ed i nostri soldi in banca?

Intanto la crisi è arrivata anche qui.

E sapete anche perché? Semplice perché negli U.S.A. per tutti i motivi di cui sopra, gli afro-americani non hanno pagato il mutuo, e non hanno potuto comprarsi il gommone made in Cina, in Cina stanno rallentando la produzione e chiudendo pure le fabbriche e quindi non hanno più bisogno delle risorse minerarie dell’Australia.

CA..O*! Questa globalizzazione mi sa che è una fregatura…

* tutte le parole contrassegnate sono mancanti della doppia consonante zeta. E’ proprio crisi risparmio pure sulle consonanti.

Intanto sappiate che il costo di una bancaonota da 100 o 500 Euro costa 30 centesimi e forse domani li varrà anche….

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57) In quanto automobilista sono sempre, perennemente… rilassato.

•15 marzo 2009 • Lascia un commento

Con il fuoristrada (con la moquette sul cruscotto) sto andando verso Cape Pallarenda, pochi km, da dove abito, diciamo 10 minuti e sono già arrivato.

La strada è facile e mai trafficata, appena posso, spesso dalle cinque in poi, vengo qui a ristabilire il mio contatto fisico con il mare.

Le spiagge sono lunghissime e poco frequentate, anche se non sono certo un drago nel ricordarmi le facce delle persone, settimana dopo settimana, m’accorgo che molti di essi li ho già incontrati più di una volta.

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Nella maggioranza dei casi si tratta di coppie a spasso con i cani in quanto in alcune parti della spiaggia questi possono essere lasciati liberi senza guinzaglio.

Qui anche i cani sono più tranquilli, se s’incontrano, non si scannano, forse perché anche loro hanno scoperto un modo più sereno di vivere e passano il tempo a rincorrere palline o bastoni lanciati dai loro padroni, li vedi quindi correre allegramente sulla spiaggia o zampettare in acqua incuranti delle meduse che su loro non hanno evidentemente alcun effetto.

Sulla spiaggia un’infinità di conchiglie e di coralli, qualche volta carcasse di pesci spiaggiati, pesci che da noi puoi trovare sui libri di fauna ittica tropicale, pesci palla, e altri pesci di cui non conosco il nome, etc… oltre questo un’infinità di granchi che qui sulla spiaggia sono indaffarati a fare un buco nella sabbia e circondarlo di tantissime palline di sabbia, ce ne sono milioni!

Non conosco il motivo per il quale i granchi perdono giornata a fare palline di sabbia che poi, noi umani a spasso sulla spiaggia, distruggiamo al nostro passaggio.

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Non conosco nemmeno il motivo per il quale alcuni lombrichi invece passano il tempo realizzando una specie di costruzione che assomiglia ad un mucchio di corda raccolto a spirale fino a formare un piccolo cono capovolto.

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La marea, durante la notte cancella le impronte umane e quelle dei vari animali che durante il giorno si muovono sulla spiaggia, come il serpente che ho visto l’altra sera o quelle dell’animale che ha lasciato una scia sospetta sulla sabbia (oserei direi si tratti di un piccolo coccodrillo).

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La marea cancella le tracce del giorno prima, porta via conchiglie e coralli e ne deposita di nuovi, modifica il paesaggio e lo rende ogni giorno diverso da quello precedente, così capita che ogni giorno tutto sembra diverso, tutto sembra nuovo.

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Ogni giorno si trova una conchiglia diversa dal giorno precedente e la mia raccolta diventa sempre più grande.

In aria volano, pappagalli, gabbiani, aquile di mare ed altri volatili di cui nemmeno conosco il nome.

Così passano le giornate sotto questo sole che difficilmente si nasconde dietro qualche nuvola e questi 30 gradi praticamente fissi sia di giorno che di notte!

Al tramonto, il cielo si tinge di rosso e sembra che vada a fuoco il cielo si divide tra l’azzurro e varie sfumature di rosa, arancione, rosso e viola ma stranamente qui non mi viene malinconia, forse perché qui per me è diventata casa, non è più un luogo di vacanza.

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Invece di andare al mare si può andare a Riverway, che si trova dall’altra parte della città, ed è esattamente il parco dove si è tenuta la Festa Greca alcuni mesi fa.

In questo parco immenso si trovano due piscine molto belle e grandi con ampi spogliatoi, contornati da aree picnic con panche, tavoli e le immancabili postazioni barbecue, poi ancora giochi per bambini (anche quelle enormi costruzioni gonfiabili), mentre lungo il fiume, si trovano, altrettanto lunghi pontili in legno e balaustre in acciaio inox.

Tutto è bello, decisamente pulito, tutto nuovo con tanto di agenti di sicurezza e tanto di bagnini dalle 10 del mattino alle 22 di sera che segnano sulle apposite lavagne la temperatura dell’acqua ed altro e poi una mostra permanente d’arte moderna, aperta mezza giornata 6 giorni la settimana.

Il costo di tutto questo? Zero, tutto gratis, neanche un centesimo.

L’alternativa povera a Strand o Riverway è la piscina condominiale che nella sua semplicità è di un comodità indiscutibile.

Qualche sera, reduce da qualche lunga camminata, entro in casa ho indosso costume e ciabatte e vado a rinfrescarmi

La gente… poi, qui è veramente rilassata, forse non sono proprio delle linci, forse non hanno tutto il nostro spirito di competizione, ma sono decisamente tranquilli e socievoli e anche se a casa loro ordine e pulizia non sono prioritari, nella aree comuni sono decisamente impeccabili.

Oltre tutto questo, ci sono diversi servizi di volontariato che presidiano palazzi e zone rionali e segnalano alla polizia ogni movimento sospetto e quindi agevolano il controllo della già decisamente scarsa delinquenza, tutto quanto al solo fine di tutelare la società e non il singolo.

In città c’è il limite dei sessanta ed è veramente rilassante vedere che tutti lo rispettano, così tutti ci si muove alla stessa velocità, non trovi i furbetti che fanno slalom tra le macchine ed il viaggio, seppur breve assume una connotazione diversa, gli automobilisti non sono sempre perennemente incazzati come dice il cabarettista di Zelig.

Forse questo non è il posto perfetto, forse il posto perfetto nemmeno esiste, ma sono sicuro che qui ho trovato molte cose che cercavo, il sole, il caldo ed il mare tutto l’anno, poi ordine e tanti servizi che ti rendono la vita più rilassante, c’è poco stress e tanta voglia di uscire e stare fuori casa il più possibile, tutte cose semplici e non particolarmente sorprendenti che puoi provare anche in Italia in vacanza nei mesi estivi.

Ecco… forse l’unica cosa che ancora non riesco ad assimilare è che tutto questo non finisce a settembre, non c’è la tristezza che t’accoglie quando torni a casa dalle vacanze, il brusco cambiamento delle temperature, il maglioncino al mattino presto ed all’imbrunire.

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Qui non ci sono le mezze stagioni… .

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Qui l’estate non finisce mai.

Come vi dicevo…. non esiste il posto perfetto!

P.S.: Lo IELTS (accademico) è andato come da programmi media 6.5 !

Mica male il vecchietto, visto che altri, molto più giovani e freschi di studio, hanno preso meno!

56) Cassowaries e cavalli con il cappotto.

•8 marzo 2009 • Lascia un commento

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L’Holiday Inn di Cairns è in pieno centro, l’albergo è ok e la stanza accogliente e pulita, qualche piccola macchia nella moquette, ma penso che sia normale.

La cosa strana è che le stesse cavolo di formichine che ho nell’appartamento si trovano anche qui in albergo, ma la cosa ancor più strana è che sulla scrivania accanto al tv c’è un biglietto che dice che è possibile che in camera ci siano delle formiche o dei gechi, se vuoi puoi chiamare la reception e subito t’arriva una task-force armata di insetticida e stermina tutte le forme di vita presenti, magari anche gli ospiti… , il biglietto suona un po’ come “io ti avviso prima che così non rompi le balle dopo”.

Dopo la doccia, passeggiata sul lungomare che è come sempre ordinato e provvisto di lunga passeggiata su pontile in legno anziché in cemento, anche qui tutto è nuovo, postazioni barbecue, panchine, piscina sul lungomare, che a differenza di Townsville è d’acqua dolce, come cornice tutta una profusione di legni tropicali, acciaio inox e manutenzione ai massimi livelli cose che a neanche a Porto cervo puoi trovare.

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Poi il mare, beh quello non è il massimo, c’è la marea e quindi il mare si è ritirato a circa 50 metri dal pontile lasciando scoperta il fondale mezzo sabbioso e mezzo fangoso e parzialmente coperto da vegetazione, molte conchiglie con paguri che traslocano in cerca dell’acqua.

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Lo spettacolo è come quello che trovi a Mont Saint Michel in francia, affascinante per i primi 2 minuti, ma appena dopo, quando realizzi che qui dovrebbe esserci una spiaggia tropicale magari come quelle caraibiche ed ecco che ti viene lo sconforto.

La sera poi si va al ristorante, sembra un ristorante greco a giudicare dalle strane bluse che indossano i camerieri.

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Per non correre rischi chiedo qualcosa che non contenga aglio o cipolla, quindi opto per una bistecca, poi un’ altro piatto con altra carne; spiedino di canguro e spiedino di coccodrillo!

Coccodrillo?!

Sì! Proprio coccodrillo, meglio mangiarlo che essere mangiati no?

Tutto buono, soprattutto il subdolo anfibio, il suo gusto è una via di mezzo tra il gambero ed il pollo, ed è proprio buono!

Se fosse per me il problema coccodrilli sarebbe già stato risolto, ma si sa gli animalisti non la pensano così… ma questo coccodrillo è d’allevamento così come il canguro, perché tutti gli animali in libertà sono protetti, loro possono mangiarti, morderti, avvelenarti, ma tu non puoi torcergli nemmeno un pezzettino di coda e farne un borsellino, perché ti sbattono al fresco, non ho ancora capito se per fresco intendono in una prigione oppure in uno stagno infestato da serpenti e coccodrilli?!

Mi sa tanto che se continuiamo così, fra qualche anno, (come diceva provocatoriamente il comico Beppe Grillo) troverete i panda che indossano le magliette con scritto salviamo l’uomo dall’estinzione, va beh, questo è un’ eccesso, ma comunque io sono del partito piuttosto che essere mangiato… ti mangio!

In albergo oltre agli animaletti in camera, ci sono anche barramundi (pesci) in un laghetto circondato da piante simili a quelle che trovate nella foresta pluviale.

Li hanno messi lì circa 19 anni fa, quando erano lunghi 20 cm e pesavano 1 chilo ora sono lunghi un metro e pesano 15-20 chili, inutile dire che quelli di mare sono protetti anch’essi mentre questi essendo d’acqua dolce sono protetti solo… dallo staff dello Hotel che potrebbe anche contrariarsi se voi furbescamente cerchiate di farla franca lanciando lenza e amo nel laghetto.

Il giorno dopo si fa rotta verso nord, oltre Cairns.

Qui c’è subito ciò che t’aspetti… il mare tropicale, con le palme e le piscine naturali o piccole lagune che si formano là dove il mare s’insinua oltre la battigia e dove l’altezza del terreno è pari a quella del mare ma inferiore a quella della spiaggia.

Proprio bello, finalmente qui ti senti proprio come ai Caraibi e queste spiagge mi ricordano proprio quelle del nord della Repubblica Dominicana.

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Anche le casette allineate sul lungomare sembrano le stesse.

Qui mi piace davvero tanto, ma il viaggio continua e così anche la visita ad altre spiagge incontarate lungo la strada che porta verso nord.

In un paio d’ore scarse si arriva fino a Port Douglas, una specie di Portofino, con tante barche, tanti negozi e locali lussuosi.

Sulla spiaggia una vecchia chiesa in stile coloniale è l’unica cosa che attira l’attenzione, mentre il resto è tutto così sempre e dannatamente perfetto, prato tagliato, palme, pontile, etcc… tutto ok.

Si salta in macchina e si procede ancora verso nord, mancano circa 70 km alla fine del nord Queensland, circa un’ora ed ecco che la strada s’interrompe, bisogna prendere una chiatta per attraversare un fiume, per arrivare a Cooktown, è tardi ed il depliant non parla di cose strabilianti da vedere a parte le spiagge bellissime che però qui sono talmente infestate da coccodrilli che persino le meduse mortali passano in secondo piano.

La decisione è quella di tornare indietro verso Cairns.

Lungo questa strada gni spiaggia ed ogni corso d’acqua o stagno sono accompagnati da un cartello (mai incontrato sulle strade che da sud portano a Townsville) che invita caldamente a non fare il bagno perché rischi magari di finire in pasto al subdolo rettile.

Non finisce qui, perché al ritorno passando per un’area protetta e dedicata ad un’ altro animale il Cassowary, una specie di piccolo struzzo o grosso tacchino, se preferite… si trova un’ altro cartello che invita a rallentare per evitare d’investire ed ammazzare questo grosso pollastro che è a rischio d’estinzione ed è anche… indovinate un po’… aggressivo con l’uomo.

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Ma dico io, qui le bestie sono tutte incazzate e pericolose?

Un’altra cosa strana? Alcuni cavalli dal mantello chiaro indossano una specie di palandrana, sapete perché?

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Perché altrimenti si bruciano anche loro e con il tempo possono anche ammalarsi… pensa te a come picchia qui, il sole!

Intanto il tempo è sempre stato bello, il sole caldo, la schiena ed in sola mezz’ora d’esposizione mi ritrovo il collo bruciato dal sole!

Proprio come da previsioni meteorologiche… !

Ve l’avevo detto che anche quelle erano sbagliate!

Di sera un’ altro giretto per Cairns, che è decisamente carina, molto popolata e viva a differenza di Townsville che è molto più tranquilla.

Una mostra di opere aborigene con didgeridoo, boomerang e quadri, attira l’attenzione, ma che prezzi!

Molto meglio il mercatino che è aperto anche la sera tardi dove tra tante cineserie puoi trovare gli stessi articoli a prezzi di gran lunga inferiori.

Una cosa particolare è che all’interno di questo mercatino, sono quasi tutti orientali e vendono di tutto dal cibo take-away ai gioielli in opale, dai prodotti alimentari made in Cina, ai massaggi rilassanti, ci sono infatti diversi stand con tanti lettini dove con 10 dollari (5,5 Euro) ti fanno un massaggio completo di 40 minuti, i massaggiatori sono in catena e si riposano seduti ordinatamente in fila tra un massaggio e l’altro aspettando il prossimo cliente.

Il giorno dopo si torna a Townsville, con alcune fermate intermedie… altre spiagge, alcune bellissime… altre meno.

Anche l’estremo nord Queensland è mio. Ho percorso in auto tutta la costa a nord di Brisbane, circa 2000 km, all’appello manca solo una piccola parte a sud, ma non si sa mai…!

Alla prossima!

55) Un dobermann a Cairns?

•7 marzo 2009 • Lascia un commento

Ed ecco l’acqua che torna a tentare di spegnere i miei entusiasmi, il visto sta per scadere ed io ho chiesto al mio migration agent di Brisbane di rinnovarlo.

Monica, la tipa che mi ha aiutato con il visto precedente, mi ha detto che non ci sono problemi, basta che vado sul sito e compilo la solita application form on-line.

L’application form non è nient’altro che la domanda che qui ti fanno compilare per ogni cosa possibile ed immaginabile.

Dato che non sono ancora completamente fuso e che ormai conosco un po’ i miei polli australiani, le chiedo di farlo a mio nome.

Bene, me ne dimentico per almeno mezz’ora, quando il mio pollo ovvero la pollastra Monica mi richiama e mi dice che l’application form on-line non funziona perché la data è troppo prossima alla scadenza!

Male! Adesso che si fa?

Semplice o si va all’ufficio immigrazione di Townsville e si fa la domanda.

Ok, ma dove sta l’ufficio d’immigrazione se non l’ho mai visto?

La pollastra mi dice che non c’è problema, mi manda subito una mail od un sms con l’indirizzo. Bene, direte voi!

Male dico io!

Stavolta, infatti, non passano nemmeno 5 minuti ed ecco che la pollastra mi richiama.

A Townsville non c’é l’ufficio immigrazione, dice lei eh mi pareva strano, penso io!

Cavolo non sopporto di aver quasi sempre ragione, soprattutto quando questo non gioca a mio favore, ma ero sicuro di non averlo mai visto, tutti gli uffici sono in centro ed io abito proprio lì.

Dov’è l’ufficio più vicino? Le chiedo.

Cairns o Brisbane, risponde lei!

Opto per il primo, così mi risparmio l’aereo e mille chilometri, ma mi toccano comunque 350 km di Bruce Highway a max 100 km ora, impiegherò almeno 4 ore e mezza in auto quindi domani… sveglia all’alba!

Il paesaggio che s’incontra fino ad Ingham già lo conosco, una monotonia mortale, solo campi e campi di canna da zucchero, l’unica novità, ogni tanto, qualche piantagione di banane o palme.

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Dopo Ingham tutto diventa più verde ed il bush diventa foresta pluviale, quindi molte piantagioni di banane ed altri frutti tropicali, la strada comincia a diventare meno monotona, qualche salita, qualche discesa, qualche curva, in qualche tratto se non sapessi d’essere qui potrei tranquillamente pensare d’essere a Biella.

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La partenza alle 7:00 corrisponde all’arrivo a Cairns alle 11 e 30.

Vado di corsa all’ufficio immigrazione!

Spiego all’aborigeno allo sportello che devo prolungare il mio visto, lui mi sporge l’application form… che palle!

Gli dò un’occhiata e prima che quello dietro faccia la sua richiesta gli spiego il problema, il mio visto scade… OGGI!

Il tipo va di là e chiama un mezzo funzionario, già mi piace meno, dal cognome e dalla faccia è sicuramente indiano o filippino o limitrofi.

Spiego al tipo il problema, mi dice che il mio agente può fare tutto in linea, gli spiego che la pollastra non è riuscita a fare l’uovo e prima che cominci a rompere le balle, compongo il numero di Monica e gliela passo.

Si spiegano, ma mi sa che non si capiscono così tanto.

Finisce la telefonata e ci accordiamo per un colloquio con un vero funzionario, anzi una funzionaria.

Aspetto 10 minuti ed ecco che mi chiamano in una camera di sicurezza con vetri anti-proiettili e procedure di sicurezza, porte d’accesso con badge e codice, mi sembra l’ufficio della CIA!.

Il tipo, forse redarguito dalla funzionaria, muta atteggiamento e mi dice che non è una buona scusa dire che che il visto è scaduto e che voglio il rinnovo.

Lo guardo serafico e tranquillamente gli rispondo che sono giusto lì per risolvere il problema, facendo intendere ad entrambi che se fossi un clandestino o un delinquente certo non sarei qui.

La funzionaria capisce al volo che “ca nisciun é fess!” traduzione per i non napoletani “io non sono mica scemo” e comincia a farmi domande, gli spiego tutto, lei capisce, il mastino si tranquillizza come un dobermann docilmente comincia a sgranocchiare l’osso che la sua padrona le ha appena lanciato.

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Tutto finisce bene, richiamiamo Monica gliela ripasso, s’accordano al telefono, lei manderà via fax tutta la documentazione ed io tornerò fra 1 ora a firmare e pagare.

Il dobermann che ormai scodinzola mi dà persino il suo biglietto da visita e mi dice che è a mia disposizione.

La funzionaria m’invita ad andare a mangiare e tornare più tardi mentre dice al dobermann di tornare a cuccia nell’altra stanza.

La funzionaria si prodiga di raccomandazioni, le mie rassicurazioni e la mia faccia da bravo ragazzo la convincono, poi mi dice fra i denti che il mio agente non è tanto preparato.

Ma va?! Cara mia, qui con tutti questi certificati e tutte queste qualifiche il livello medio di comprendonio è abbastanza scarso, qui a parte la lingua, se sei svelto con la testa, te li mangi a colazione questi australiani, che sono molto spesso bravi ed accoglienti ma un po’ tontoloni… .

A supporto di questa mia tesi, ecco che appena tornato, m’accorgo che la Monica non ha mandato tutta la documentazione, la richiamo, altro fax e poi ecco che mi fanno riaccomodare nell’ufficio bunker.

Anche qui la stessa scenetta, il tipo esce dalla stanza almeno cinque o sei volte, prima perché non ha fatto tutte le fotocopie, poi perché deve chiedere al dobermann cosa fare, poi per un’ennesima fotocopia, insomma tutto a posto, il mio visto è stato temporaneamente prolungato per 4 settimane, pago 450 e dollari e si va in albergo.

Le previsioni erano di pioggia per tutti i giorni che ho deciso di stare qui, ma mi sa che anche queste sono sbagliate!

Scommettiamo?

Lo saprete la prossima puntata.

54) Incendi ed alluvioni in Australia e non solo… .

•7 marzo 2009 • Lascia un commento

Continuano gli incendi nello stato del Victoria ovvero nella regione di Melbourne, è andata in fumo un area grande come una media regione italiana e con essa circa 300 persone e 2000 edifici tra case, negozi, attività commerciali.

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Alcuni paesi sono stati completamente rasi al suolo e non ci sono più edifici in piedi, una vera devastazione.

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La forza del fuoco, del vento che alcuna volte ha raggiunto i 120 km all’ora oltre agli oltre 45 gradi di temperatura sono stati paragonati alle fiamme dell’inferno.

Alcuni sopravvissuti raccontano che in pochi secondi sono stati investiti dalle fiamme come se queste uscissero da un bruciatore, alcuni di essi sono riusciti a malapena a correre in auto e cercare di scappare, altri non ce l’hanno fatta e sono stati letteralmente mangiati dalle fiamme, alcuni in casa, altri appena fuori altri in macchina mentre cercavano di scappare.

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Fuoco e fiamme come la forza che cova sempre dentro il mio spirito, quest’eterno bruciare che raramente riesco a spegnere.

Poi l’acqua… .

Un sacco d’acqua ed i cicloni, che li accompagnano, qui a Townsville siamo rimasti tagliati fuori dai rifornimenti per una decina di giorni in quanto le strade e le ferrovie a nord ed a sud della città erano completamente sommerse, in alcuni tratti l’altezza dell’acqua ha raggiunto i 2 metri, in particolare a Ingham piccola cittadina a nord di Townsville, famosa per le piantagioni di canna da zucchero e per l’ insediamento piuttosto consistente di famiglie italiane.

Questa città è rimasta a mollo per circa un paio di settimane esattamente come le inondazioni avvenute in Italia nel 1994 e nel 1996 e anche qui circa 2000 abitazioni sono rimaste “a mollo” un bel po’.

I fiumi straripati hanno allargato il raggio d’azione dei coccodrilli che oltre a spaziare nei fiumi e nei laghi hanno cominciato a sguazzare allegramente per le strade e per i giardini.

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Qui a Townsville un coccodrillo è stato investito senza peraltro rimanere ucciso, su una statale che porta fuori dalla città.

Più a nord un coccodrillo ha assediato una famiglia nuotando minacciosamente nel giardino di una casetta abitata da una poco allegra famigliola.

Oltre Cairns, un’ altro coccodrillo ha ingoiato un bambino di 5 anni che inseguiva il suo cane, davanti la propria casa.

Acqua, tanta acqua, come quella che ogni tanto mi bagna la testa, (ogni volta che decido di non prendere l’ombrello) e l’acqua che ogni tanto spegne il fuoco che mi brucia dentro, l’acqua che mi fa ricordare che sono un mortale e che non sarò qui per sempre, quest’acqua che vuole raffreddare questa mia tensione e questa mia ricerca spasmodica.

Ma il fuoco che ho dentro è più forte, perché proprio quando mi rendo conto che la vita è breve e che il mio sogno non è stato ancora raggiunto ecco che la fiamma che arde nel mio spirito, riprende vita e comincia di nuovo ad ardere.

Mi piace l’acqua, quella di mare!

Non sopporto l’acqua che mi bagna la testa e mi raffredda lo spirito.

Odio l’acqua, soprattutto quella dove sguazzano questi stronzi di coccodrilli!

Preferisco il fuoco, perché è caldo, perché è misterioso, perché ce l’ho dentro, proprio dentro questa carcassa d’uomo apparentemente mite e pacato e quando brucia, tutto in me s’accende, tutto diventa possibile, tutto diventa vita e allora tutto ha un significato, una ragione.

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Viva il fuoco!

Cavolo non lo dite a mia cognata Valentina non vorrei che venisse subito con una motopompa…, sai com’è!

Ah a proposito, nella classe dei principianti in cui insegno al giovedì sera c’è anche un firefighter (pompiere) non lo dite nemmeno a lui. (Richard).

53) A grande richiesta, dall’Australia, ecco a voi…

•26 febbraio 2009 • Lascia un commento

A grande richiesta ho aggiornato il blog inserendo nuovi filmati tutti riguardanti Tesla e la produzione di energia a costo zero.

Sono in lingua inglese o francese, quindi se non li capite sono affari vostri.

Comunque potete fare vostre ricerche su internet e trovare tutti i video e tutti gli articoli che volete.

Se qualcuno vuole sperimentare la costruzione della cella di Joe, me lo dica che gli mando via mail gli spaccati e le istruzioni per costruirlo.

52) Test, scuola, visto e piano B

•25 febbraio 2009 • 1 commento

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Dunque dove eravamo rimasti?

Ah è vero, ero malato, ma ora sono perfettamente guarito.

Cosa è successo nel frattempo?

Un sacco di cose nuove ma già programmate.

La scuola l’ho finita con la votazione credit ovvero tra 66% e 74%, per essere il corso accademico non è male.

Lo scorso sabato ho fatto l’esame IELTS.

Circa 3 ore di tests tra 15 minuti d’orale, 45 minuti di ascolto, 1 ora di scrittura ed 1 ora di lettura e comprensione, una bella spremitura di cervello.

Ho i pochi neuroni residui, ormai esausti.

Quando sono arrivato nella sede d’esame, trovo una banda di Indiani/Pakistani/Cingalesi e chi più ne ha più ne metta, di occidentali solo io ed una donna bianca del Sud Africa.

Cingalesi? Si, quelli che vengono dal Cingala… .

Ignoranti come delle scarpe… i cingalesi vengono dallo… Sri Lanka!, Scommetto che non sapete nemmeno dove cercarlo sulla cartina…, altro che neuroni residui… mi sa che qualcuno di voi è persino peggio di me … è proprio vero che non c’è limite al peggio!

Comunque ci fanno una testa così, non è possibile portare in aula qualcosa di diverso da una bottiglia trasparente contenente acqua, matita e gomma e passaporto, tutto il resto è vietato e se si vieni pizzicati la prova è dichiarata nulla.

Ci fanno vuotare le tasche di telefoni, portafogli e poi chiudono la stanza e ci accompagnano nella stanza degli esami.

Lo stanzone vuoto ha una serie di banchi, su ognuno dei quali c’è la nostra foto ed il numero di matricola, ogni banco che ospiterebbe 2 persone è per un solo esaminando, ci sto largo, ma comodamente.

Dopo 2 ore di test mi viene voglia di andare alla toilette e con me anche altri fanno la stessa richiesta, che strano, siamo tutti uomini e le ragazze che di solito non resistono 5 minuti, niente… ! Boh! Misteri della scienza…

veniamo letteralmente accompagnati da 2 persone ai bagni che ci aspettano fuori alla porta, alla faccia della fiducia…

Il test prosegue, alcuni fanno quello “general english” pochi come me fanno lo “academic english”.

I risultati li sapremo fra 13 giorni, per restare in Australia serve almeno 5.0.

Per frequentare alcuni corsi universitari serve almeno 6.0 per altri corsi serve oltre 6.5.

Altra novità, insegno italiano!

Ho 3 classi di 3 livelli diversi, principiante, intermedio ed avanzato.

Finora ho conosciuto solo 2 classi, giovedì insegnerò ai principianti.

Età media degli studenti over 55, nel livello avanzato ono tutti professionisti, molti con cognomi ed origini italiane, ci sono quindi medici, ingegneri, architetti, insegnanti, dentisti etc… .

Data la mia parlantina, le ore volano via velocemente e mi diverto persino.

Non ho ancora aneddoti circa gli studenti, ma sono sicuro che qualcosa salterà fuori, al momento posso solo segnalare un agricoltore che ha i modi burberi, ma al quale sono simpatico, questo tipo si sciroppa oltre 100 chilometri per venire a lezione dal Burdekin, (la regione di Ayr a sud di Townsville).

E’ un tipo schietto come tutti gli agricoltori e anche se conosce l’italiano meglio degli altri, non ha voluto essere inserito nel livello avanzato.

Non ne conosco le ragioni, ma non vorrei che fossero legate al fatto che nell’altra classe ci sono solo professionisti.

Intanto siamo alle strette con la scadenza del visto, mi sa che se voglio restare devo iscrivermi ad un altro corso, perché qui di sponsorizzazioni non se ne trovano molte.

Oppure devo spostarmi a Brisbane.

Nel frattempo il famoso consulente Peter consigliatomi dall’agente migratorio, si è finalmente fatto vivo e mi ha proposto alcuni business da comprare, anche se non ho ancora capito come ottenere un business visa e se posso farlo.

Questo è un punto da chiarire in tempi stretti.

Quindi sempre sull’onda della costanza e della testardaggine continuo per la mia strada.

Spero di non fare la fine di quei divertenti giochi da banzai giapponesi che devono sfondare porte che non sanno se rivestite di cartone o di … mattoni.

Va beh che ho la testa dura… ma i mattoni… quelli sono veramente duri!

Lo saprete alla prossima puntata, intanto lavoro al piano B.

Che non è sicuramente tornare In Italia.

Non lo farei nemmeno sotto la minaccia delle armi.

Il piano B è segreto, la sigla in codice è TT.

Baci a tutti.

51) Non si cava il sangue dalle rape.

•16 febbraio 2009 • Lascia un commento

Ho 39 di febbre da 3 giorni, vi prego non lo dite a mia madre altrimenti mi chiama tutti i giorni più volte al giorno.

Mi sono beccato un’infiammazione ed ho potuto e dovuto sperimentare le potenti strutture sanitarie australiane.

La prima lezione è che se hai la febbre alta non vai al pronto soccorso, questa è una storpiatura tutta italiana, la prima cosa che fai è quella di andare al primo avamposto medico magari prenotando telefonicamente una visita.

Io che non sapevo effettivamente come fare ho chiesto ad Adam e Sao 2 amici rispettivamente australiano lui e Portoghese lei.

Tempo un quarto d’ora Adam mi aveva prenotato una visita al North Town al Flinders Mall ovvero in Flinders Street.

All’ora stabilita mi presento al centro medico che pensavo fosse quello giusto, dico ad una delle receptionist che ho un’ appuntamento, loro controllano ma non trovano niente, allora con l’aria stupita mi consigliano di provare ad un altro avamposto lì vicino.

Ho la febbre ed adesso anche le balle che girano.

Vado nel secondo centro, stessa scenetta, la tipa controlla ma non trova niente, poi prende il telefono e chiede ad un’ altro centro se per caso hanno una prenotazione a mio nome.

Niente da fare, ma io sono sicuro che Adam l’ha fatta, la tipa per tagliare la testa al toro mi dice che se voglio aspettare il dottore potrà visitarmi tra circa tre quarti d’ora.

Accetto, ma prima cerco di fargli capire che la prenotazione fatta mio nome è stata fatta da qualcun altro allora ecco che leggendo negli occhi della tipa capisco che si è accorta di aver fatto una cazzata.

Ma qui non ci si può adirare per così poco, la gente è così efficiente e solerte al punto ch…e per avere un risultato simile a quello italiano basta assumerne tre al posto di uno!

Ecco che così alzi il livello del servizio ed abbassi il tasso di disoccupazione! E poi… diamine, qui siamo ben sopra la linea del tropico del capricorno, quindi di cosa ti preoccupi?

E’ tutto normale!

Negli occhi della tipa, nel lampo di un secondo avverto; lo stupore, poi subito dopo… ecco che realizza di aver fatto la cazzata e infine quando abbassa gli occhi leggo un’ammissione di colpa ed un tentativo di giustificazione.

Allora, le cose saranno andate così:

Adam ha chiamato il centro e la tipa ha risposto, ma Adam è un tipo spiccio e sicuramente non avrà speso cento parole per prenotare una visita a mio nome.

La tipa, una delle tre presenti alla reception, era intenta a darsi lo smalto alle unghie quando Adam le avrà sparato la sua richiesta.

La tipa è un’australiana e non riesce sicuramente a fare 2 cose insieme, quindi o continua a darsi lo smalto oppure prende nota, ma non può prendere nota perché ha le mani entrambe occupate e lo smalto fresco ed allora che fa?

Semplice!

In un eccesso di ego avrà pensato di potercela sicuramente fare a ricordarsi 2 cose come nome ed orario della visita, in modo che, quando metterà giù il telefono, potrà annotare il tutto sul computer.

Ma ecco la fregatura!

Adam le avrà detto il mio cognome dallo spelling complicato.

E lei non se l’aspettava proprio, lei s’aspettava Jones, Smith, Kidman etc… lei non ha il certificato né la formazione giusta per capire cognomi non anglofoni, chi cavolo sarà sto Sorrentino e chissà come si scrive?

Adam intanto avrà preso nota dell’orario, 12:30. La tipa invece sarà rimasta lì, confusa… lo smalto si sarà asciugato ma il mio nome si sarà evaporizzato dalla sua mente proprio come il solvente del suo smalto.

Il cognome, proprio non se lo ricordava, allora che avrà fatto? Mica poteva fondersi il cervello? Avrà deciso di dimenticare anche la telefonata e anche che alle 12:30 io andrò lì.

Io leggo tutto questo nei suoi occhi e mentre capisco di averla pizzicata le ricordo che al telefono avevano anche detto ad Adam che la vista costava 50 dollari.

La collega interviene e mi dice, che la visita invece costa 70 dollari perché è sabato quindi festivo.

Di male in peggio, ha sbagliato anche l’importo della visita! Ma dove avrà la testa?

Ho capito! Ieri sera era venerdì sera quindi… solito copione! Al venerdì sera, la massima manifestazione di cultura australiana, ovvero stornarsi a forza di birre e rum e poi a spaccarsi le orecchie in qualche discoteca, poi tutti ubriachi a casa in taxi.

E’ chiaro che poi, dopo poche ore di sonno se ti chiedono anche solo il tuo nome, qualche problema ce lo puoi anche avere, figuriamoci se ti dicono al telefono un cognome italiano mentre sei ancora stordita e ti stai dando lo smalto delle unghie… . No ce la puoi fare!

Ho la febbre alta ma le palle che girano vorticosamente a farmi da raffreddamento, accetto l’ennesima cazzata, tanto non ho scelta o la strozzo o accetto.

Intanto mi dice di compilare il solito cavolo di questionario con dati personali e cavolate varie.

A conferma che la tipa non riesce a connettere, il mio cognome scritto a penna in stampatello, trascritto da lei sul computer diventerà improvvisamente sorrentiOno quindi con una lettera in più.

Dopo tre quarti d’ora il medico filippino un certo Tapat mi visita e mi prescrive gli antibiotici, dalle domande che fa mentre scruta il computer sembra che stia leggendo un libretto di istruzioni, comunque centra la diagnosi mi prescrive antinfiammatorio ed antibiotico.

Con la sua diagnosi vado allo sportello a pagare.

Quanto? Ma solo 50 dollari, sono passati tre quarti d’ora volete mica volete che la tipa si ricordi che la visita durante il week-end costa 70 dollari? Ma in che mondo vivete? Qui siamo ai tropici mica a New York!

Andiamo in farmacia!

Anche qui tutto da ridere, tra cassiere e ragazzi che sistemano farmaci conto almeno 6 persone.

Presento la mia ricetta dove c’è il nome e cognome ed i farmaci prescritti.

Cosa credete che aprano il cassetto, mi diano il farmaco mi chiedano i soldi e tutto finisca così?

Non se parla nemmeno.

La tipa mi fa alcune domande tipo se è la prima volta che compro in quel negozio e se ho allergie, poi mi chiede se voglio un farmaco generico o di marca, intanto compila… il questionario!

Visto che ci sono le faccio notare che la stordita del centro medico ha scritto il mio cognome in modo sbagliato.

Lei corregge e mi da in mano una specie di cerca-persone, sì proprio come quello del ristorante, ve lo ricordate? Non ve lo ricordate nemmeno voi? Allora potete venite ai Tropici che c’è sicuramente posto anche per voi! Stordito più, stordito meno… .

La tipa mi spiega che quando il farmaco è pronto il cerca-persone suonerà e me lo consegneranno.

Tempo 3 minuti l’aggeggio suona, io vado al banco ed ecco che questa mi richiede se ho allergie poi mette il farmaco in una scatola di plastica, tipo quelle anti-taccheggio che si usano nei supermercati per proteggere dvd o cd e mi manda alla cassa, poi mi da in mano 3-4 fogli A4 stampati con il nome del farmaco ed il mio cognome.

Cos’é? Indovinate! Il bugiardino ovvero le istruzioni sull’uso del farmaco.

Perché? Andiamo ma da dove venite? Giù, dai monti come Heidi?

Qui il bugiardino ve lo stampano personalizzato così la casa farmaceutica tiene basso il costo del farmaco e voi vi beccate anche il bugiardino personalizzato! Meglio di così… si muore! (Dal ridere).

Porto la cassettina di plastica alla cassa, una delle 2 cassiere la apre, tira fuori il farmaco spara il codice al barre e finalmente si paga.

Ma vi rendete conto, una mette il farmaco nella plastica e dopo due secondi un’altra lo tira fuori e vi fa pagare, ma il cervello quando l’utilizzano questi australiani?

Boh!

Va beh, tutto sommato è andata bene ed incasso ben 2 soddisfazioni!

1° ) I farmaci costano poco, l’ Ibuprofene costa circa 3,5 Euro.

2°) Sui farmaci c’è un’etichetta con il mio nome, forte, non è vero?

Il cognome? É sbagliato naturalmente ma cosa volete anche la farmacista mica può fare miracoli?!

Stampare il bugiardino, darmi il cercapersone, mettere il farmaco nella scatola di plastica, mica volete tirarle via la pelle?

Schiavisti che non siete altro!

50) Numero 22 “Il pazzo”

•8 febbraio 2009 • 1 commento

Per seri motivi di sicurezza personale non oso svelare il nome della persona coinvolta che gentilmente mi ha invitato a cena l’altra sera.

Si tratta di una questione della massima delicatezza e che ci crediate o meno qualcuno ci ha già rimesso la pelle oppure ha avuto problemi a non finire ed ora vive isolato dal resto del mondo.

Il tutto è cominciato per me, solo l’altra sera mentre per un certo Tesla, circa 100 anni fa.

Questo signore slavo (Tesla) per caso ha scoperto una fonte d’energia nuova che è in grado di muovere motori endotermici e creare energia elettrica praticamente dal nulla.

Mentre io praticamente non mi meraviglio nemmeno più quando viene presentata una nuova tecnologia, resto decisamente perplesso quando mi si parla di una cosa così rivoluzionaria che nella vita pratica non ha ancora avuto una minima diffusione commerciale.

Ebbene nel corso di questa serata cominciata praticamente in sordina tra squisite disquisizioni tra sistemi bancari e finanziari mondiali sull’orlo del baratro e banche chiuse o destinate a chiudere a breve, il discorso è finito sul “signoraggio” ovvero tutta la verità sui sistemi bancari e monetari internazionali che io non conoscevo e che penso neanche voi conosciate, in quanto se foste al corrente vi strappereste i capelli e correreste in banca a prelevare i soldi per poi subito comprare una cascina con mucche e galline.

Ebbene la risultante pratica è una sola, le banche, tutte, (compreso banca Italia) sono private e non forniscono garanzie sulla validità della moneta cartacea circolante che dovrebbe essere garantita da corrispettivo controvalore in oro depositato sempre presso le banche centrali, ma la realtà è che le cose sono diverse da quelle che sono, ovvero la moneta circolante è enormemente superiore al controvalore depositato e quindi se, come già successo, tutti insieme in preda ad una crisi di panico, dovessimo andare in banca a prelevare i nostri risparmi, la risultante sarebbe che la banca non avrebbe sufficienti soldi da restituire ai proprietari e quindi sarebbe automaticamente fallita.

Tutto un film? No, è già successo in tanti paesi americani ed europei e può succedere anche in Italia.

Dopo il “signoraggio” la piacevole chiacchierata si è spostata su un altro argomento ovvero Tesla, cella di Joe, e fusione fredda.

Per tutti gli argomenti toccati sono stato fornito di files e filmati dai quali si evince che se sono delle bufale per lo meno lo sono ad un buon livello ovvero non sono le solite panzane grossolane che girano su internet.

Tornando a tesla ed alla “cella di Joe” vi posso sinteticamente dire che il primo ha scoperto l’esistenza di questa nuova energia e con vari esperimenti ha dimostrato di poter produrre energia praticamente dal nulla, poi Joe, un australiano, ha recentemente realizzato una specie di cilindro contenente altri cilindri ed acqua che con una tecnologia assolutamente alla portata di molti, è in grado di muovere motori endotermici, tanto per essere chiari, quelli che sono sotto il cofano delle nostre macchine e dopo averli avviati normalmente, ha messo in funzione quest’apparecchiatura che ha prodotto energia sufficiente per far muovere il veicolo senza utilizzare carburante ma solo poca acqua e che una volta acceso non produce calore, non produce emissioni e va all’infinito oppure fintanto che non giri la chiave d’accensione e spegni il motore come faresti con la tua automobile.

Detta così sembra una palla, poi ho guardato i filati di un certo professore Peter Lindemann, poi ancora altri filmati ed in ultimo tanto di spiegazioni e dettagli tecnici per realizzare quest’apparecchiatura, ovvero la cella di Joe.

Per finire siamo approdati sulla fusione fredda che alcuni ricercatori dell’Enea italiana, ha dimostrato scientificamente e che poi il premio nobel Rubbia che aveva promosso le ricerche ha bella mente ignorato e cercato d’ostacolare, con il risultato che un certo Roberto Germano ha realizzato un libro e poi sembra essere misteriosamente scomparso, l’ente francese legato all’energia nucleare ha fatto una visita all’Enea per raccogliere dati, foto e testimonianze da quelli che avevano partecipato al progetto ed ora sta lavorando più o meno segretamente alla riproduzione di questi esperimenti italiani.

Mentre in Italia, tutti i ricercatori che avevano dimostrato le teorie, sono stati messi in un angolo e le successive ricerche sono state affidate ad un’ altro team che comunque conferma la riproducibilità degli esperimenti.

Ora tutto sto mistero, tutte ste cose messe a tacere ed un documentario che ho visto, trasmesso da RAI 24 News alcuni anni fa, fanno luce su questo episodio sconcertante dove una cosa risulta chiara, qualcosa c’è e qualcuno come al solito ce la sta nascondendo, soprattutto qui in Italia, stiamo dando vantaggi alle potenze straniere di sviluppare cose da noi scoperte e poi rivelate, ma che razza di paese di cog …. è questo?

Prima di finire misteriosamente scomparso a mia volta, prego coloro che sono interessati a realizzare in proprio la propria cella di Joe per alimentare la propria auto, di chiedere ed io sarò felice di mandarvi tutto il materiale a mie mani.

La serata tra gamberi impanati e fritti ed una buona pasta allo scoglio è volata, sono un po’ frastornato per tutte queste cose nuove e … strane, ma è possibile che li incontro tutti io?

Citazione sulla pazzia.

L’unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia. Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.(Articolo 1 comma 1 e 22 Aeronautica militare USA)

Il 22 nella smorfia è: ” Il pazzo”.

49) I nervi umidi.

•8 febbraio 2009 • Lascia un commento

Piove ancora e non c’è verso che smetta, una noia mortale!

Soltanto ora ho finalmente scoperto cosa vuol dire stagione umida, (wet season) e cosa vuol dire estate australe.

Qui l’estate è la stagione più spiacevole. Prima di partire ero preparato a quest’evenienza e m’aspettavo un clima simile a quello di alcun estati italiane con temperature vicine ai 35 gradi e grandi percentuali d’umidità. Tutto sbagliato, non è come me l’aspettavo.

Ci sono state 2-3 settimane tra dicembre e gennaio, che assomigliavano alle estati italiane con tanto caldo e tanto umido, ma io non ho fatto tanta fatica a resistere, poi dalla seconda di gennaio in poi ha cominciato a piovere sempre più insistentemente ed ora sembra non voler smettere più.

Le temperature sono scese, diciamo intorno ai 28-29 gradi ma per effetto delle continue piogge l’umidità ha cominciato a creare problemi pratici non indifferenti, fra questi l’accumulo d’umidità all’interno dell’appartamento.

Dopo qualche settimana l’umidità ha cominciato ad essere avvertibile dall’odore caratteristico di “cantina”, quindi come tutte le cantine che si rispettano è comparsa la prima muffa, il calendario appeso al muro ha cominciato ad accartorciarsi, la piantina di basilico ha cominciato a presentare foglie nere ammuffite e poi è morta. Due giorni fa il tavolino della sala ha cominciato a fiorire in tutto il suo splendore con tante piccole spore di muffa, così anche il cappello bagnato, dimenticato sotto il mobile, ha cominciato ad ammuffire, poi è stata la volta della sedia in vimini in camera, poi ancora il soffitto della cucina, pi la porta della cucina, poi la luce della cucina ha cominciato a friggere a causa dell’acqua che sicuramente è penetrata internamente alla lampada o ad i cavi ed ora comincia persino a colare dalle pareti.

A dirla tutta l’umidità è tanta, il resto però lo fa la casa che nonostante sia di muratura è stata concepita e realizzata da australiani, quindi è il risultato del lavorio di menti stordite dall’alcool.

L’isolamento fa letteralmente ca ..re, le pareti esposte all’acqua non adeguatamente coperte da spioventi sono letteralmente esposte alla continua cascata d’acqua, poi il tetto della cucina esposto direttamente alle intemperie non regge l’acqua esattamente come tutti gli altri tetti della città, basta infatti fare un giro sotto gli pseudo portici oppure fare il giro in qualche negozio o banca o centro commerciale, per notare secchi e bacinelle dappertutto.

D’altronde qui non si curano come noi della pioggia e tutti i giorni noti persone senza ombrello, talvolta senza scarpe, camminare tranquillamente sotto la pioggia senza parlare poi di quelli che invece sotto la pioggia lavorano o fanno jogging o bicicletta, niente, non si curano nemmeno dell’acqua, forse perché da alcolisti quali sono l’acqua l’ignorano proprio e forse anche per questo te la fanno pagare quasi più cara della Coca Cola.

Dietro consiglio ho cominciato a far andare le pale anche se non se ne sentiva il bisogno, così un po’ la situazione è migliorata, per il resto tutto è stato pulito con l’aceto che sembra l’unico rimedio semplice economico ed efficace per rimuovere la muffa ed evitare che si riformi.

I vari cicloni che sfiorano Townsville sono stati finora delle vere ciofeche ed a parte un po’ di vento e gli allarmi in TV non è successo proprio un bel niente, l’unico episodio in cui alcune case furono scoperchiate e qualcuno ci ha rimesso la pelle risale ad oltre 30 anni fa.

Siamo invece isolati sia a nord che a sud, questo perché le strade e le ferrovie sono letteralmente sott’acqua e molte zone del Queensland sono alluvionate esattamente come l’alluvione che ha colpito l’Italia nel ’94 e nel ’96, l’unica differenza è che qui capita tutti gli anni.

A Cairns circa 400 km a nord di Townsville è effettivamente peggio perché lì arrivano davvero i cicloni e le alluvioni sono ancora peggiori, mentre c’è da sottolineare che guardando le previsioni, diciamo a 4-500 km più a sud la situazione sembra decisamente meno… umida, quindi da Rockhampton a Brisbane sembra piovere meno, mentre se ci spinge ancora più a sud diciamo Melbourne e Sidney, lì stanno andando letteralmente a fuoco, tra incendi e temperature oltre i 40 gradi.

Mentre in Italia qualcuno s’iscrive a community tipo; “Meglio un culo gelato che un gelato nel culo” io sto meditando di creare una community che vorrei chiamare “Ho i nervi umidi” quale gentile riconoscimento a chi ha coniato questa citazione.

48) Cyclone

•1 febbraio 2009 • 3 commenti

Sono qui su skype, ma come al solito, o siete tutti in linea o non c’è nessuno, ora non c’è nessuno.

Sono qui all internet point che aspetto che vi svegliate, qui sono quasi le otto ed alle otto e mezza forse chiudono e poi sono stato invitato a cena da un ragazzo italiano che conosciuto qui.

Un laureato in economia e commercio che per avere una speranza ha abbandonato Lecce per venire a Townsville.

Ora fa la scuola da cuoco e lavora in un ristorante-catering, insomma un tipo che non s’arrende, proprio come me.

Questa settimana ho parlato con Adam, un australiano che fa l’ idraulico che è disponibile ad aprire insieme a me un ristorante.

Intanto ho smosso le acque con il mio vecchio agente d’immigrazione di Brisbane il quale mi messo in contatto con un consulente, sempre per capire se l’ agente d’immigrazione di Townsville è una perditempo oppure no.

Capito il giochetto cercherò di aprire qualcosa se posso, oppure mi butto a capofitto nella ricerca di una sponsorship da parte di un’ azienda a costo di spostarmi a sud verso Brisbane.

Intanto sto studiando come un matto per l’ultima settimana d’inglese, tutti i tests mi confermano d’avere un punteggio superiore al 75%, mi basterebbe il 65% per iscrivermi a qualsiasi corso universitario. Al 21 febbraio ho il test IELTS che mi darà il responso finale ed il certificato che vale per restare qui in Australia, il cui requisito minimo è tra 4.5 e 5.5 dipende dal lavoro che  intendi fare qui, diciamo che sulla carta non dovrei avere problemi.

Dopo 5 mesi comincio a capire anche i Queenslander che parlano in una maniera che nemmeno gli inglesi capiscono.

Intanto aspettiamo il Cyclone Allie che dovrebbe transitare a circa 100 km da qui domani mattina, presto.

E’ il primo Cyclone che impatta da queste parti ma non sembra molto incazzato.

Intanto mancano 20 giorni alla fine dell’estate e quindi la previsione è da marzo a novembre sole, sole ed ancora sole, neanche una nuvola.

A dire il vero mi sono un po’ rotto le scatole perché da 2 settimane sta piovendo tutti i giorni , anche se smette poi ricomncia poi smette ancora ed esce il sole e s’alza l’umido, ma tutto è assolutamente sopportabile anche se fastidioso.

Il Suzuki gran Vitara va proprio bene, di benzina ne ciuccia poca e stasera ho quasi fatto il pieno con circa 25 Euro, la stessa cifra che usavo in Italia per riuscire a spegnere la spia della riserva del Mercedes.

La macchina è garantita 3 anni e l’assicurazione mi è costata poco più di 200 Euro, all’anno!

Vedete voi.