61) E voi dite… Hi mate!

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Gli australiani… ma come sono?

O meglio come sono i Queenslanders, cioè quelli che abitano il Queensland, uno degli stati di quest’enorme continente?

Sono sicuramente diversi da noi italiani, ma sono anche diversi dagli australiani del sud.

La prima cosa che stupisce è l’assoluta rilassatezza gentilezza e disponibilità.

Qui non serve chiedere, qui non serve “attaccare bottone”, la gente t’incrocia e ti rivolge la parola anche solo per fare una battuta sul tempo o su altro, senza che te l’aspetti.

Se solo t’ intrattieni a fissare qualcuno ecco che questi come minimo ti sorride e ti saluta.

Se solo poi accetti di scambiare qualche parola, questi t’ascoltano pazientemente e ti raccontano tutto della loro vita oppure ti chiedono tutto della tua, anche se magari non v’incontrerete mai più.

Se incroci qualcuno sul tuo cammino ed entri nel loro raggio d’azione, la prima cosa che ti fanno è quella di chiederti scusa, perché questo provoca secondo le loro un’invasione della privacy e poiché non pretendono che sia stato tu ad invadere la loro, si scusano per primi.

La seconda cosa è l’assoluta svogliatezza e l’andamento lento.

Come detto altre volte, qui nessuno e dico nessuno s’ammazza di lavoro. Per fare lo stesso lavoro che in Italia basta una persona qui ce ne vogliono due o tre.

A volte sembra persino che si prendano in giro da soli per la ridondanza di persone che trovi nei negozi o nella strada intenti “ a lavorare”.

Tutto questo associato ad una tendenziale mancanza di preoccupazioni ha creato una generazione pigra e svogliata dove i più svegli e volenterosi hanno letteralmente fatto passi da gigante in poco tempo, soprattutto nelle terre di frontiera come Townsville.

La Collina ai piedi Castle Hill, è rinomata per essere la collina dei pluri milionari e la concentrazione di questi ultimi è la più alta d’Australia, in pratica una casa su due è posseduta da ricconi.

Non c’è quindi da stupirsi del successo di alcune persone volenterose in questa terra di frontiera.

La terza cosa che stupisce è la tendenziale mancanza di cultura.

Qui a Townsville, ma anche nel resto d’Australia, la grande facilità di trovare lavoro pagato degnamente ha causato negli anni aumento progressivo d’ingresso nel mondo del lavoro da parte di giovani che a fronte di un impiego anche semplice ma ben pagato hanno lasciato prematuramente la scuola.

Capita così di trovare alle casse del supermercato ragazzi e ragazze giovanissimi, diciamo intorno ai 14 anni e trovi allo stesso tempo giovani lavoratori sia in miniera che in edilizia, senza o quasi cultura scolastica.

Se a questo s’aggiunge che anche i genitori sono scarsamente educati la risultante è che generalmente tutti gli immigrati trovano difficile entrare in “contatto cerebrale” con questa massa di giovani, che parla un dialetto sgraziato e sgrammaticato.

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Il concetto di cultura australiana, si riduce molto spesso all’abuso dell’alcool e delle relative problematiche ad esso connesse.

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Ci s’accorge quindi che diventa oggetto di vanto essere arrestati in stato d’ebbrezza oppure collezionare risse o record di bevute.

Per le ragazze invece, che sicuramente non si tirano indietro nelle competizioni dei beoni, non resta invece che collezionare altrettanti guai con la giustizia come patenti sospese e sbucciature alle ginocchia, non è infatti raro osservare ragazze che al lunedì hanno entrambe le ginocchia sbucciate o fasciate a causa di cadute determinate dal troppo alcool ingurgitato.

Come è facile immaginare le ragazze ubriache si prestano poi volentieri a “collezionare” scivoloni anche… a letto.

Ecco quindi che qui le malattie veneree stiano diventando una preoccupazione tutt’altro inconsueta.

La televisione ed i giornali pubblicano molto spesso inviti a evitare l’alcool, usare contraccettivi e smettere di fumare, che stranamente è un’abitudine diffusissima tra i giovani australiani, soprattutto le ragazze.

Quarta cosa è la standardizzazione.

Tutto qui sembra ancora più omologato che in Italia, sia di giorno al lavoro dentro le loro uniformi tutte uguali tutte riconducibili ad un’attività specifica, per esempio i lavoratori edili o gli addetti alle manutenzioni tutti riconoscibili da magliette giallo o arancione fosforescente tipo giubbetto di sicurezza, oppure i waiters (camerieri) tutti dentro le loro uniformi nere con sottili righe grigio scuro, oppure gli impiegati statali dentro le loro uniformi azzurre etc… .

Ma anche di sera, quando tutti smettono le loro uniformi ecco che per le strade incontri ragazze dentro improbabili vestiti che mal s’adattano alle normalmente generose taglie e fattezze.

Tutta la vita degli australiani o almeno i queenslanders che conosco, è codificata, tutto segue uno standard, tutto è omologato, tutto favorisce la rilassatezza ma anche la pigrizia… mentale.

Tutti nei soliti locali a consumare la solita dozzina di birre prima di stonarsi con alcuni shots (piccoli bicchieri di alcool puro) poi tutti a casa in taxi o a sfidare la sorte con la polizia che qui allestisce dei posti di blocco che controllano a tappeto tutti gli autisti che malauguratamente transitano per una determinata via ad una determinata ora.

Quinta cosa l’orgoglio australiano.

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Questa per noi italiani è forse la cosa più strana in assoluto.

Qui la storia parla di città come Townsville fondate poco più di cent’anni fa, inizialmente popolate da detenuti inglesi volutamente “ sfollati” dall’Inghilterra verso terre da colonizzare, insieme ad uno stuolo di prostitute.

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Ora mi viene da ridere a pensare a questi “fieri” australiani che per la stragrande maggioranza non sono originari dell’Australia in quanto solo gli aborigeni possono essere definiti tali.

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Mi viene da piangere a pensare che come sempre le colonizzazioni inglesi abbiano finito con il ridurre in minoranza inerme, sia gli indiani d’America, sia gli aborigeni d’Australia, sia i Caribe dei Caraibi etc… .

Ma rido a crepapelle quando un’insegnante parla di aborigeni e nel proprio discorso come distinguo dice “noi australiani”… .

Ma come? Mi viene di dirgli…. voi australiani?

Gli australiani sono gli aborigeni, voi siete immigrati e a quanto mi risulta la maggioranza di voi non dovrebbe nemmeno essere tanto fiera dei propri antenati… o no?

Però è divertente vedere le macchine che girano con la bandiera australiana e la gente che sorride anche se non ti conosce… , sai che c’è?

Nessuno è perfetto! E a dirlo sono io, un italiano con molti difetti e forse nemmeno tanto fiero d’esserlo!

E quando c’incontriamo ci salutiamo anche se non ci siamo mai conosciuti.

Hi mate! Ciao amico mio australiano!.

G’day mate!

~ di Sorrentino Davide su 18 aprile 2009.

2 Risposte to “61) E voi dite… Hi mate!”

  1. Ciao sono capitata per caso sul tuo blog, guarda è troppo bello come andare in viaggio in Australia, ti linkerò sul mio blog per tenermi aggiornata… Ho appena visto il Film su sky : Crocs , caccia al predatore e ho visto che il coccoldrilo marino esiste veramente… Ti lascio la mia mail e il link del mio blog, il mio è più un diario!
    Complimenti davvero per il tuo blog, sei un grande!

    Marylin

  2. ciao mi chiamo paolo e molto probabilmente entro la fine dell anno prossimo io e la mia famiglia ci trasferiremo, a townsville città che gia conosciamo e dove abitano dei parenti di mia moglie, come si vive lì tutto l anno? puoi descivermi in breve come funzionano i visti che hai preso tu?, a chi ti rivolgi per averne di nuovi quando ti scade quello che hai? noi siamo in contatto con migration expert, la conosci? se mi vorrai rispondere, ti ringrazio già da ora a presto ciao

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