60) Sopravvivere agli animali pericolosi in Australia.

Il sole è caldo come al solito, e picchia sulla testa come un martello. In accordo con quanto scritto sui depliants turistici, qui a Townsville di giornate di pioggia non se ne vedono più da tempo ed l’aria è decisamente più asciutta, pertanto da qui a novembre di pioggia ne verrà giù molto poca e complessivamente le giornate di sole durante l’anno saranno più di 300.

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L’unica cosa che per ora non accenna a diminuire è la temperatura durante il giorno che in casa raramente scende a 28 gradi.

Al mattino presto, diciamo intorno alle 6, la città si anima e così anche la mia vicina ultraottantenne che nonostante gli evidenti acciacchi, immancabilmente attacca la radio o la tv a quest’ora in cui trasmettono praticamente solo notiziari, così ecco che tocca svegliarsi.

A parte questo tutto scorre regolarmente e pigramente.

E’ quasi Pasqua ma qui a Townsville, le cose funzionano diversamente, tanto per cominciare è tutto chiuso da venerdì a martedì, mentre domenica alcuni centri commerciali sono aperti.

La tradizionale gita fuori porta di Pasquetta qui viene sostituita dal campeggio. Molti s’attrezzano agganciando alle loro auto (o fuoristrada o ute o pick-up, etc…) i relativi rimorchi con roulotte, carrelli tenda o mezze roulotte e le immancabili barche.

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Qui si usano strane barche d’alluminio, scoperte, lunghe non più di quattro metri, dal fondo quasi piatto e con tutto quello che serve per pescare, perché qui come in tanti paesi anglosassoni la pesca è più importante della religione.

Dalle quattro del pomeriggio, tutti i giorni li vedi alle foci dei fiumi oppure sulla battigia intenti a pescare.

Una massa eterogenea di persone, uomini, donne, bambini, anziani, tutti lì con le loro canne in mano a tentare di rimediare la cena.

Oltre ad esserci tutta una serie di negozi dedicati agli articoli da pesca ed alle esche, alcuni decisamente più “fondamentalisti” non spendono nemmeno soldi per le esche e se le procurano lanciando (come fossero lazzo) piccole reti dalla forma circolare con legate alle estremità alcuni piombi.

I giornali pubblicano regolarmente le posizioni in mare e nei fiumi dei vari banchi di pesce, con tanto di nome del tipo di pesce, poi ancora gli orari delle maree ed altre informazioni utili.

Settimanalmente, i giornali pubblicano le immancabili foto di pescate “incredibili” con tanto di pescatori sorridenti abbracciati a pesci grandi come loro… enormi!

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Non ho capito tanto bene se lo scopo è rimediare la cena o vedere pubblicata la propria foto, ma la sostanza è che qui sono veramente matti per questo “sport per pigri. Alcuni pick-up hanno persino montato i porta-canna sul paraurti frontale o sul cassone in modo da non doversi nemmeno scomodare a tenere le canne in mano.

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Alcuni altri, hanno invece diversi adesivi che richiamano la pesca e che tradotti in italiano suonano più o meno così; “non seguitemi sto andando a pesca”, “il mio dio è la pesca”, etc… . Una diceria comune è che sembra che alcune donne per cercare marito mettano sul proprio annuncio la postilla … “ barca di proprietà” .

Un’altra diceria è che gli uomini che rispondano a questi annunci dicendo, “ok, tu, dalla descrizione vai bene, ma mi dici com’è la barca?”.

Comunque sia io qualche annuncio del genere l’ho visto per davvero! Io invece il pesce finora lo pesco al … banco del pesce!

E come esca uso i dollari, agitandoli in aria sotto il naso dell’addetto del supermercato.

Stufo di banalità come carne di canguro o di coccodrillo ho mangiato un’altra bestiolina che qui da queste parti ogni tanto si rivela pericolosa.

E’ infatti notizia di circa 1 mese fa, verso Brisbane, un surfista esperto ha dovuto lasciare come obolo al pescecane di turno la propria mano sinistra.

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Io invece ho usato la destra per estrarre il portafogli dalla mia tasca posteriore e pagare per un bel filetto di squalo.

Vedere foto, il filetto di squalo è quello in basso.

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Il gusto dello squalo non è eczionale, ma volete mettere la soddisfazione….

Intanto che stio parlando di bestie pericolose…  oggi tanto per completare l’opera ho visto per la prima volta dal vivo un ragno mortale, il red-back!

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Per fortuna non era sotto l’asse del gabinetto, ma su una roccia a Castle Hill.

Per ora ho salvato il sedere, speriamo di non incontrare la mamma dello squalo, nè tantomeno quella del coccodrillo… sai com’è … non vorrei lasciare anch’io un obolo… la mia mano destra mi serve…

Se no come tiro fuori il … portafogli?!

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Poi vado al supermercato e nella galleria che ci trovo? Il parente australiano povero del T-Rex!

Meno male che questi sono estinti! Se no con il cavolo che uscivo di casa….

A dire che poi a me, le uova nemmeno piacciono….! Ma glielo spiegavate voi alla bestiolina…?

~ di Sorrentino Davide su 11 aprile 2009.

3 Risposte to “60) Sopravvivere agli animali pericolosi in Australia.”

  1. Bellisime l foto di questi pesci giganteschi. Li farò vedere a Marco, che come sai, è un fanatico/fissato della pesca e di tutto ciò ch si trova sotto l’acqua. Non so che cosa pacherebbe per essere al posto di quel ragazzino biondo, trionfante per il suo marlin. Lui sogna di poter andare a fare la pesca di altura con una canna e un mulinello come quelli.
    Baci e a presto.

    Stefania e Stefano

  2. ciao davide..hai un contatto msn?? vorrei scambiare due chiacchere in merito all’australia spero potrai aiutarmi..
    silvia

  3. Siamo impazienti di conoscere il piano B . Mamma tutto quasi ok per il momento. Si sentiamo presto .Baci

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