63) Corsa all’oro a Charters Towers

Sulle guide turistiche si dice che riguardo a Charters Towers la corsa all’oro è ormai finita, sicuramente però, gli abitanti di questo piccolo paese non sembrano essersene accorti.

Oggi le due principali attività rimangono quelle dell’allevamento dei bovini e le miniere.

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La cosa più incredibile è che se uno svuotasse il paese dalle auto e da qualche cartello stradale, si potrebbe usare il tutto come set cinematografico per uno spaghetti western alla Sergio Leone.

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Non viene naturale pensare che a Charters Towers in mezzo al niente come anche gli australiani dicono “ in the middle of nowhere” ci fosse anche una borsa cambi, ma si sa i pionieri grazie alle miniere d’oro ragionavano in grande.

Comunque in questa particolare cittadina dal gusto Far West trovi tante cose che ti fanno capire come doveva essere la vita da questa parti alla fine del 1800, la conferma più sconcertante la si trova proprio al cimitero dei pionieri.

Il “Pioneer’s cemetery” è il classico cimitero in stile americano, tutti seppelliti nella terra e sopra tante lapidi più o meno “sontuose”, molte di queste sono circondate da piccoli giardinetti o aiuole ma il tutto è naturalmente consumato dal tempo e dalle intemperie.

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Sulle lapidi alcune indicazioni fanno capire che la vita dei pionieri doveva essere molto dura e la cosa che sorprende di più è che le mortalità tra bambini e ragazzi era devastante, qui i pericoli naturali erano e sono ancora innumerevoli e le possibilità di cura praticamente inesistenti.

Così riusciva davvero difficile superare i 45-50 anni.

Aldilà di questa parentesi macabra, la gita a Charters Towers forse non vale la benzina consumata, ma rimane comunque una tappa insolita in questo viaggio nell’assolato Queensland.

Intanto uscito dal cimitero piove grosso un dito, ma giusto il tempo di arrivare al fuoristrada ed ecco che smette.

Per pranzo opto per un bel paninazzo alla Subway, una nota catena franchising di paninoteche, dove puoi scegliere il tipo di pane (a forma di filoncino) del tipo di farina che vuoi, bianca, integrale al sesamo etc… e poi puoi scegliere tutti gli ingredienti che vedi nelle vaschette del bancone.

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A causa della mia allergia all’aglio ed alla cipolla, spiego alla tipa che non voglio niente nel mio panino che assomigli a queste due cose, ma la tipa mi guarda strano e dopo aver scelto carne di pollo insalata , qualche cetriolino etc… cerca d’agguantare con la pinza una bella porzione di cipolle, con uno scatto la blocco prima dell’irreparabile, lei si ferma e ripone il tutto ma mi guarda come se fossi un alieno venusiano.

Finito il panino che per inteso, in Italia non mi sognerei nemmeno di mangiare, ecco che mi viene voglia di caffè, anche qui puoi scegliere il tipo e il bicchiere (piccolo, grande, maxi) il bello viene quando gli chiedo di farmi un caffè ristretto senza latte né cacao, così per evitare guai gli dico che la stopperò io quando la quantità di caffè sarà quella che io intendo essere sufficiente.

Lei schiaccia il bicchiere sotto questa specie di caffettiera ma il caffè viene giù come da una fontana e non dolcemente come dalle caffettiere dei nostri bar italiani, insomma in 2 secondi il bicchiere è già a metà, la blocco e lei stupita non capisce nemmeno il perché, le dico che va bene così, lei strabuzza gli occhi e mi dice sei sicuro?

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Sì, sono sicuro che questo caffè dal gusto forte non assomiglierà nemmeno lontanamente ad un caffè italiano, ma soprattutto sono sicuro che non dimenticherò la tua faccia stupita di chi non capisce che nel mezzo del nowhere un tipo strano come me ti ha chiesto cose così strane.

Strani gusti questi italiani….

Già proprio così….

Ma certo che bere male e mangiare peggio, un po’ la vita te l’accorcia… o no?!

“…dobbiamo andare e non fermarci mai finche’ non arriviamo.”
“Per andare dove, amico?”
“Non lo so, ma dobbiamo andare…”
J. Kerouac, Sulla strada

~ di Sorrentino Davide su 8 ottobre 2009.

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